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“E IO LAVORAVO CON LE MIE MANI E VOGLIO LAVORARE... VOGLIO CHE TUTTI LAVORINO”

di Enzo Fortunato

“E io lavoravo con le mie mani e voglio lavorare...Voglio che tutti lavorino.” È questa l’espressione di san Francesco che sintetizza in maniera emblematica il momento storico che stiamo vivendo.

Alla luce di questa esortazione abbiamo convocato ad Assisi gli esperti di economia, i politici preposti, o meglio i tecnici preposti e gli uomini di buona volontà. L’obiettivo del Convegno era che da Assisi uscissero proposte concrete, praticabili, per rispondere alle sofferenze provocate dalla crisi fra le famiglie, i lavoratori, gli imprenditori.

Non potevamo restare insensibili a tutte le istanze drammatiche, alle richieste di aiuto che da mesi stanno investendo la nostra comunità francescana, la nostra Rivista. Centinaia sono state le lettere ricevute in redazione. In questo incontro abbiamo ascoltato dagli economi generali delle famiglie francescane, i dati e le testimonianze della crisi che sta colpendo in modo drammatico l’intera comunità: in primo luogo le famiglie, messe a dura prova dalla perdita dei posti di lavoro, che fanno fatica a portare qualcosa a tavola.

Abbiamo raccolto anche il grido d’aiuto e le preoccupazioni degli imprenditori, piccoli e medi, sull’orlo del fallimento o già falliti: persone a noi care che negli anni passati hanno sostenuto con generosità le nostre attività di carità e di solidarietà in Italia e nel mondo. E poi ci sono le preoccupazioni degli uomini delle istituzioni e della politica che si sentono come smarriti di fronte a eventi inediti, difficili, che pur vanno affrontati con decisione, senza perdere tempo.

È possibile, oltreché urgente, intervenire. Questa è la nostra convinzione, cercando di ricostruire un patto sociale credibile e una fiducia collettiva e reciproca, con una democrazia che funzioni e con una economia e un mercato mai disgiunti dalla solidarietà, come ha ricordato papa Benedetto XVI: “il mercato non siano mai disgiunti dalla solidarietà.

Sappiate valorizzare sempre l’uomo nella sua interezza, al di là di ogni differenza di razza, di lingua odi credo religioso, prestando attenzione ai suoi reali bisogni, ma anche alla sua capacità di iniziativa”.

L’icona che accompagnerà questo numero della rivista, completamente dedicato all’evento vissuto, è quella di Francesco che si spoglia dei sui abiti davanti al padre. Non si tratta dell’antitesi tra capitalismo e pauperismo, ma al contrario è un capitalismo che tiene conto della fraternità, della solidarietà e della riscoperta della paternità di Dio. Come la fraternità deve tenere conto delle istanze del progresso, della crescita e dello sviluppo.


Enzo Fortunato

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