Al convento di Rovereto i frati accolgono diciotto profughi
di Gelsomino Del GuercioIl convento dei frati di Santa Caterina di Rovereto apre le porte ai profughi. Accogliendo quindici donne e tre bambini, di nazionalità ivoriana e nigeriana. Ad ospitarli le stanze al secondo piano del convento dei frati cappuccini dello storico convento di Santa Caterina.
LA GIOIA DEI FRATI «Sarà un’”invasione” della sacralità del convento - spiega il padre superiore Gregorio Moggio al Corriere Alpi Trentino - I frati però sono contenti, anche se la presenza dei profughi dovesse comportare una variazione nelle nostre abitudini. Come hanno raccomandato papa Francesco, e il vescovo Lauro, abbiamo il dovere dell’accoglienza».
SCUOLA E PULIZIE DELLE STANZE Per le donne profughe «sono a loro disposizione sette camere, ognuna dotata di bagno, più una cucina e un soggiorno, e potranno utilizzare anche un ingresso autonomo senza essere costrette a passare ogni volta dalla portineria del convento. Continueranno a fare la loro vita di adesso e a frequentare i corsi scolastici obbligatori all’oratorio, inoltre si occuperanno delle pulizie delle stanze», dice ancora il frate cappuccino. Le donne, scrive il giornale trentino, tutte di età compresa fra i venti e i ventotto anni, sono seguite da un incaricato del servizio "Cinformi" della Provincia e dai volontari.
VENTIQUATTRO FRATI I frati sono ventiquattro, quasi tutti sopra gli ottant’anni, in più c’è anche l’infermeria, dove risiedono i religiosi più anziani, che hanno particolarmente bisogno di tranquillità. Ma si farà il possibile affinché la vita delle profughe non interferisca con quella dei frati. Non si sa per quanto tempo le donne con i loro bambini saranno ospiti del convento, hanno tutte presentato domanda di asilo e, in caso di risposta negativa, c’è sempre la possibilità di ricorso.
Gelsomino Del Guercio
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