FRANCESCANESIMO E MINORITISMO
Il minoritismo è impensabile senza il francescanesimo: anche se non è per nulla detto il contrario
di Franco Cardini
Affrontiamo un argomento serio, che non manca mai di provocare malumore: francescanesimo e minoritismo. La distinzione, strenuamente difesa da uno studioso del calibro di Grado Giovanni Merlo, è – ci pare – del tutto legittima e anche molto intelligente. Il punto non è per nulla (contrariamente a quanto qualcuno sembra aver capito) il sostenere che l’Ordine dei frati minori, con i suoi otto secoli di storia e le sue varie famiglie, ha “tradito” o anche solo “manipolato” la primitiva vocazione del Padre. Il punto, semmai, sarebbe stabilire il rapporto tra volontà di Francesco e trasformazione della fraternitas dei poveri penitenti di Assisi in Ordine. Ci sono state una grande riforma e una grande rivoluzione nella Chiesa latina, tra XI e XIII secolo: di essa gli Ordini mendicanti (ma anche le Università, l’Inquisizione, le missioni, i “Monti di Pietà”…) hanno costituito uno dei risultati, peraltro a loro volta punto di partenza per sviluppi ulteriori.
Tuttavia francescanesimo e minoritismo non sono esattamente la stessa cosa, non sono propriamente sinonimi; ma non sono neppure propriamente diversi, e tantomeno opposti o incompatibili. Schematicamente, provvisoriamente, imperfettamente, potremmo dire che francescanesimo è tutto quel che attiene a Francesco di Bernardone d’Assisi, a frate Francesco; e che il minoritismo riguarda san Francesco, il Padre dell’Ordine (che possa esserne detto anche il vero e proprio Fondatore è un ulteriore problema, che qui non affronterò e che comunque sono inadeguato ad affrontare) e l’Ordine stesso.
Nessuna schizofrenia, per carità. D’altronde, il minoritismo è impensabile senza il francescanesimo: anche se non è per nulla detto il contrario. Potremo dire che il francescanesimo è l’anima di quell’essere del quale il minoritismo è il corpo? San Francesco è senza dubbio tale in quanto egli è frate Francesco; ma frate Francesco sarebbe stato comunque lui, anche senza le stimmate, senza il contributo di Elia e quello di Bonaventura, senza il rigore degli Spirituali e il genio degli Osservanti. Senza il travolgente successo che lo investì e che sotto certi aspetti parve quasi travolgerlo.
Franco Cardini
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