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La febbre spirituale del sabato sera

di ORAZIO LA ROCCA

È quasi una sorta di febbre del sabato sera, ma molto particolare e del tutto differente dai fine settimana vissuti e raccontati tra balli, canti e interminabili feste nei film di John Travolta degli anni Settanta Ottanta. Di “febbre” comunque si tratta. Esplode – come nei film travoltiani – puntualmente ogni sabato sera e vede come protagonisti interminabili file di giovani che, a sorpresa, invece di ballare pregano, meditano davanti a un Crocifisso, in ginocchio al cospetto di un altare, leggendo passi dell’Antico e del Nuovo Testamento, ascoltando le riflessioni di un parroco o di un vescovo.

Senza tuttavia disdegnare di confrontarsi su tematiche sociali, su problematiche giovanili e su questioni che riguardano la fede e la spiritualità. Nel suo genere, una piccola rivoluzione esplosa – quasi all’improvviso – in una parrocchia di Modena, sede di incontri settimanali di giovani riuniti in preghiera in entusiastica risposta all’iniziativa “Voi dunque pregate così” lanciata dal nuovo vescovo della diocesi di Modena Nonantola, monsignor Erio Castellucci, e del Servizio di pastorale giovanile modenese, una proposta nata in occasione dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù svolta lo scorso mese di luglio a Cracovia, in Polonia, che ogni sabato sera vede riuniti centinaia e centinaia di giovani – ma il numero cresce ad ogni appuntamento – intorno al neo vescovo.

Rapiti dalla febbre della spiritualità e della meditazione, i teenager della preghiera hanno preso quasi in contropiede, proprio lui, don Erio: è così che il presule modenese “pretende” di essere chiamato appena ha ricevuto la nomina vescovile da parte di papa Francesco: «Mi sono sentito inadeguato», è stata la spontanea confessione di Castellucci nel suo primo incontro da vescovo con i fedeli della sua diocesi, che ha servito per anni come semplice sacerdote stando sempre dalla parte della gente, specialmente i più bisognosi.


«Non mi sentivo all’altezza per un compito tanto delicato ed importante come guidare una diocesi, ma mi hanno detto che non si deve dire di no quando chiama il Papa. Ma, per favore – ha quasi implorato il vescovo scherzando fino ad un certo punto – non chiamatemi ‘eccellenza’. So che questo non è un problema, ma i titoli creano distanza». I primi a capirlo sono stati, naturalmente, i giovani che con sorprendente entusiasmo hanno subito accettato l’idea della preghiere in chiesa nei fine settimana, una iniziativa figlia diretta delle preghiere comunitarie a cui monsignor Castellucci ha partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù con il gruppo di modenesi giunti a Cracovia.

«Abbiamo pensato – rivela infatti il vescovo – allo stile di preghiera che avevamo lì in Polonia e agli incontri che facevamo con i ragazzi e ci siamo detti che fare qualche ritrovo per imparare a pregare sul Vangelo poteva essere utile per tutti. Pensavamo che si sarebbero iscritte 20-25 persone. Poi quando arrivavano le adesioni ci siamo resi conto del numero che si configurava». La parrocchia degli incontri di fine settimana è la chiesa di San Giovanni Bosco, a Modena. La serata si svolge in varie fasi che vanno dalla meditazione alle letture. Il momento di riflessione collettiva arriva alla fine, quando il Vescovo inizia a rispondere alle domane dei giovani: «Mi hanno colpito – continua don Erio – le domande dei ragazzi su come farsi piccoli in questo mondo così frenetico dove prevalgono sempre gli interessi personali.

Domande vere che nascono da dentro e che non toccano i massimi sistemi». Una vera scuola di preghiera e Vangelo nata, quasi per sfida, nel fine settimana, il giorno in cui in genere ci si dedica al relax e alle serate per ballare o per andare a vedere qualche spettacolo. «Abbiamo scelto il sabato sera – scherza il Vescovo – anche perché ci sembrava potesse essere un buon setaccio per far calare i partecipanti. Ma evidentemente non è bastato». Avvicinare così tanti ragazzi alla preghiera è stato un fenomeno straordinario, su cui don Erio ha voluto indagare a fondo insieme ai ragazzi: «Dio non accetta con noi un rapporto clientelare – ha spiegato il Vescovo parlando della preghiera, tema di questi primi tre incontri –, non accetta condizioni, perché altrimenti ci dimenticheremmo della cosa più importante: siamo suoi figli.

 La nostra preghiera viene sempre esaudita, ma nel senso della Pasqua, nei tempi e nei modi che il Padre conosce per poterla esaudire pienamente. E noi non possiamo fare altro che fidarci, con umiltà». Dall’altro lato, le risposte dei giovani fedeli non potevano che essere entusiaste e, per molti versi, persino inattese. Chi, invece, non tradisce sorprese e vive l’esperienza in maniera del tutto naturale, sono proprio loro, i giovani. «Sicuramente queste sono serate insolite per incontrarsi con gli amici – ammette, infatti, Elena Orrea, 22 anni, di Modena, una delle partecipanti ai meeting –.

Ma questa proposta non credo sia un’opposizione alle solite attività del sabato sera. È solo un sabato sera più bello, perché le chiacchiere e gli incontri, se c’è Gesù, hanno più gusto». Il gusto delle “febbre” spirituale del sabato sera.


ORAZIO LA ROCCA

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