Mons. Accrocca: il legame tra Francesco e Chiara
Un rapporto intenso e libero, perché fondato sul tratto unificante della sequela di Cristo
di Felice Accrocca
Francesco e Chiara: un rapporto non sempre inquadrato nella giusta luce… Se appaiono fuorvianti – e non poco – le immagini che di tale rapporto ci restituiscono buona parte della produzione cinematografica o anche immagini recenti (penso, ad esempio, a Chiara e Francesco muratori o manovali – non si comprende bene – sulle mura di S. Damiano, mentre danzano tenendo in mano mattoni e cazzuola), non sempre si è dimostrata sagace nel penetrarlo neppure la storiografia. In realtà quel rapporto fu libero e intenso. Nei ricordi di frate Stefano, giunti a noi grazie alla testimonianza di Tommaso da Pavia, il frate, pur dichiarando che Francesco “non voleva avere familiarità con nessuna donna”, ribadisce però che “solo alla beata Chiara sembrava portare affetto”.
E che il loro rapporto fu tale, lo mostra – oltre ad alcuni fatti testimoniati dalle fonti, sulla cui consistenza storica mi pare arduo dubitare (Francesco, infermo, rimase quaranta giorni a S. Damiano; in punto di morte, inviò per iscritto a Chiara la sua benedizione-assoluzione) – il testo dell’Audite poverelle, indirizzato alla comunità di S. Damiano e composto dall’Assisiate in quegli stessi giorni in cui, soggiornando malato presso quella comunità, compose il Cantico di frate Sole. Né si può dubitare dell’autenticità della Forma di vita che il Santo scrisse per le sorelle di S. Damiano, né della sua Ultima volontà, che poi Chiara trascrisse nel cap. VI della sua Regola: prima ancora che Chiara li inserisse nel suo scritto, Tommaso da Celano ne era venuto a conoscenza in tempi non sospetti e li citò quasi letteralmente nel Memoriale.
Un rapporto intenso e libero, perché fondato sul tratto unificante della sequela di Cristo: entrambi scelsero di seguire il Maestro divino e ciò contribuì a unirli in un legame che fu anche di affetto umano, di vera amicizia, perché chi ama e segue Cristo vive nella piena libertà dello Spirito. Nulla di strano, quindi, che Chiara stessa possa aver rattoppato la tonaca di Francesco: molte testimonianze riferiscono che lei stessa teneva spesso in mano ago e filo. perché non avrebbe potuto usarli per qualcosa che era appartenuto a Francesco?
Felice Accrocca
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