I medici mi davano per spacciata
di Enzo Fortunato
Gentilissimi frati,
vi scrivo in occasione del Perdono
di Assisi perché ho tanto bisogno
di preghiere. Chi vi scrive
è una donna di 42 anni cresciuta
in una famiglia cattolica, ho
frequentato scuole cattoliche
e la figura di san Francesco mi
ha sempre accompagnata. Soffro
della sindrome di Guillain-
Barré e all'inizio della malattia
ho rischiato la morte, sono stata
in rianimazione per quasi un
mese, i medici mi davano per
spacciata, la mia famiglia ha
speso tutto per curarmi e oggi
mi ritrovo invalida all'80%. La
situazione non è buona, seppur
io cammini, la mia malattia
è debilitante, non ho più difese
immunitarie e con questo
caldo è ancora peggio. Vi invio
5 per accendere un cero nella
Basilica di san Francesco. Pace
e bene.
Sabrina M. (MI)
Carissima Sabrina,
la tua lettera offre l'occasione per
parlare di una delle feste più belle
del calendario francescano, quella
del Perdono di Assisi. Intanto vorrei
dirti che abbiamo acceso il cero
nella Basilica, per te, per le tue
intenzioni, per la tua situazione e
sono contento di sapere che la preghiera
ti ha fatto superare quel momento. Il credente ha sempre una
speranza in più, la speranza di un
Dio che interviene. Tornado al Perdono
di Assisi vorrei ricordare ai
nostri lettori che Francesco desiderò
la grazia che fosse concesso il perdono
delle colpe a coloro che si fossero
confessati, pentiti e visitato la Chiesa.
È quello che Francesco chiese a
Gesù e alla Madonna quando gli
apparvero nella Porziuncola. Questa
richiesta fu portata poi nelle
mani del papa Onorio III che l'approvò.
Per ottenere questo perdono è necessario confessarsi, fare la comunione,
recitare il Padre Nostro,
l'Ave Maria e il Credo e visitare
una chiesa francescana. Viviamo
questa consapevolezza di Francesco
di voler mandare gli altri in paradiso,
quindi di perdonarli sempre e
di pregare per loro.
Un caro saluto di pace e bene
Enzo Fortunato
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