LA SFIDA DELLA SOFFERENZA
di Enzo Fortunato
Carissimo padre Enzo,
sono la fi glia di una vostra
abbonata. Purtroppo la mamma
ci ha lasciati sabato 7 gennaio.
Prima di lasciare questa
terra ha dovuto sopportare
anche le sofferenze dello stare
in ospedale, lei non lo aveva
mai provato in 85 anni di
vita. Questo periodo è stato
breve, ma intenso, da lei sopportato
con rassegnazione.
Non è comunque mancata
l'intercessione del Santo,
pregato tante volte in questo
periodo, che le ha fatto la grazia
della buona morte, da lei
tante volte invocata e chiesta
nelle sue preghiere.
Se vorrete potete continuare
ad inviare la vostra rivista allo
stesso indirizzo, al nome del
babbo ancora in vita.
Certi che anche lassù non
mancherà l'intercessione del
Santo, ricordandola nelle vostre
preghiere, un caro saluto
a tutti voi.
Maria (PO)
Cara Maria,
quando penso alla sofferenza
penso alla possibilità che ha l'uomo
di diventare ‘homo patiens'.
Il fi losofo contemporaneo Frankl,
riportando il caso di un giovane
paralitico impossibilitato a godere
di una vita normale, dice: «Non
diversamente dagli alberi che in
una folta e rigogliosa foresta si
trovano l'uno accanto all'altro
pressati, quindi quasi impediti,
costretti a non crescere in senso
orizzontale quanto piuttosto in
quello ascensionale, quindi in altezza,
non diversamente il nostro
paziente si dispiegò e si sviluppò
verso l'alto, e proprio grazie alle
limitazioni e alle restrizioni delle
sue possibilità». Non vale solo
per le persone che soffrono direttamente,
ma anche per coloro che
desiderano aiutare e stare accanto
all'uomo che prova dolore, come
hai fatto tu con la tua mamma.
Ti assicuriamo, cara Maria, il costante
ricordo al Signore di tua
madre.
Un caro saluto di pace e bene
Enzo Fortunato
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