San Francesco e gli animali
di Enzo Fortunato
Reverendissimo Padre Fortunato,
prendo spunto dall'elezione del
Santo Padre che ha scelto il nome
di Francesco. Questa grande ondata
di amore universale non può
non sussultare di compassione di
fronte agli animali, ultimi degli ultimi,
in una terra trasformata per loro giorno per giorno in sofferenza,
inferno di sangue e morte.
Cosa farebbe e direbbe oggi Francesco
davanti a questo orrore?
Emil (RM)
Carissima,
la tua riflessione dimostra una grande
sensibilità per gli animali e per tutto
ciò che ci circonda. San Francesco,
uomo della pace e non delle armi, uomo
dell'incontro e non dello scontro, è testimone
indiscusso dell'amore per tutte le
creature. “Altrettanto affetto egli portava
ai pesci, che, appena gli era possibile,
rimetteva nell'acqua ancor vivi, raccomandando
loro di non farsi pescare di
nuovo. Un giorno standosi egli in una
barchetta nel porto del piccolo lago di
Piediluco, un pescatore gli offrì con riverenza
una tinca che aveva appena pescato;
egli accolse lietamente e premurosamente
quel pesce, chiamandolo fratello
poi lo ripose nell'acqua fuori della barca
e cominciò a lodare il nome del Signore.
E per un po' di tempo il pesce, giocando
giulivo nell'acqua, non si allontanò,
finché il Santo, finita la preghiera, non
gli diede il permesso di partirsene”. (FF
428). Diventi questa la nostra strada da
percorre.
Un caro saluto di pace e bene
Enzo Fortunato
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