TUTTI IN FILA PER LA COMUNIONE E NESSUNO AL CONFESSIONALE
Carissimo Padre Fortunato,
è pleonastico dire che Assisi è il centro della rinnovata vita spirituale; ma lo dico lo stesso poiché da esso sono partite iniziative importanti di pace e di concordia fra i popoli.
Ora mala tempora currunt. Tanta gente è distratta, non segue più i Sacramenti, le feste delle prime Comunioni dopo poco tempo si spengono perché i genitori mandano i figli in chiesa per un po’ e poi li abbandonano a loro stessi che smettono di frequentare. In quanto poi al Sacramento della Penitenza sembra essere in disuso presso gli adulti che si incolonnano in fila per la Santa Comunione, però i confessionali sono vuoti. E’ triste.
Da Assisi dovrebbe partire una Missione pro Penitenza invitando i parroci a ricordare questo Sacramento nelle omelie domenicale e a raccomandarlo caldamente ogni domenica. Al contempo essi devono farsi trovare nel confessionale alla domenica almeno un’ora prima della Santa Messa. La gente lavora ed ha poco tempo nelle altre giornate.
I parroci alla domenica, oltre a commentare le Scritture del giorno, dovrebbero dedicare cinque minuti anche al catechismo dei Dieci Comandamenti, dei Precetti della Chiesa, dei Sacramenti poiché la gente non sa più nulla e vive alla carlona. I parroci dovrebbero anche passare il loro tempo a visitare sistematicamente i malati della parrocchia al fine di ‘’abituarli’’ ai Sacramenti Finali. Scusi se mi sono permesso ma Assisi può fare miracoli nel ‘’ricostruire la Chiesa’’ come fece Francesco.
Pace e Bene.
Gian Carlo Politi
Caro Gian Carlo,
Assisi da sempre è baluardo di spiritualità, preghiera e penitenza. Le tue riflessioni sono giuste. Sempre meno giovani e adulti si recano al confessionale. Proprio Papa Francesco ha spiegato che non ci si accosta al confessionale come se si portasse un vestito a smacchiare: «Un’immagine per far capire l’ipocrisia di quanti credono che il peccato sia una macchia, soltanto una macchia, che basta andare in tintoria perché te lavino a secco e tutto torni come prima. Come si porta a smacchiare una giacca o un vestito: si mette in lavatrice e via. Ma il peccato è più di una macchia. Il peccato è una ferita, va curata, medicata». Il confessore, invece: «Che pensi ai suoi peccati, che ascolti con tenerezza, che preghi il Signore di dargli un cuore misericordioso come il Suo, che non scagli mai la prima pietra perché anche lui è un peccatore bisognoso di perdono. E che cerchi di assomigliare a Dio nella sua misericordia». Forse è questo che manca a tutti: la misericordia di Dio. Siamo chiamati, come Francesco d’Assisi, a somigliare a Cristo e vivere con lo sguardo rivolto verso la Croce. I genitori sono invitati a capire che i sacramenti non sono una festa dove si ricevono solo regali, ma è una festa dove s’incontra il Signore quotidianamente. In questo devono essere bravi anche i religiosi a coinvolgere ragazzi e famigliari a partecipare alla vita della parrocchia.
Un caro saluto di pace e bene
Padre Enzo
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