Un'invalidità che dà forza

Mi chiamo Marco,
ho 34 anni e sono disabile motorio dalla nascita con invalidità del 100%. Da due anni sono un assiduo lettore della vostra rivista, che reputo interessantissima per i molteplici contenuti trattati. Vi scrivo perché in un mondo che basa tutto sull’apparire (basta accendere la Tv) io – anche se sono un tipo attivo, suono la batteria, collaboro con una web radio musicale ed ho 2 genitori che mi vogliono tanto ma tanto bene, per non parlare di tanti amici – a volte mi sento triste e depresso a causa di molte cose. Non riesco né a trovare lavoro (eppure sono già passati 10 anni dalla mia laurea in Scienze della Formazione) né a trovare una ragazza che mi voglia veramente bene per quello che sono. Siccome credo molto in san Francesco protettore di tutta l’umanità, potreste fare una preghiera per me sulla sua Tomba? Spero che pubblichiate la mia lettera. Vi ringrazio molto.
Marco (PG)

Carissimo Marco,
intanto grazie per le parole legate alla nostra rivista. Ciò che ci racconti, il disagio del lavoro, la difficoltà ad intrecciare una relazione, dal momento che nasce da una cattedra della sofferenza, per noi assume un valore maggiore. Oggi tutto si basa sull’abilità delle persone, ci sarebbe da scrivere e denunciare quanti parlano di diversamente abili... Eppure Gesù, e ancora Francesco al quale molti si rifanno, hanno posto al centro rispettivamente un paralitico e un lebbroso per dire che è da lì, dall’uomo ferito, che bisogna partire e che questi non solo rappresentano una ricchezza, ma arricchiscono e nobilitano anche la vita di ciascuno di noi. Caro Marco, ti assicuro la preghiera sulla Tomba di san Francesco e tu, portaci nel tuo cuore offrendo una tua prece per la nostra comunità, per il nostro impegno e per il nostro desiderio di comunicare la potenzialità dell’uomo a servizio degli altri. Spero di poterti incontrare
Un caro saluto di pace e bene

Enzo Fortunato

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