Vedo morire un po'alla volta mia sorella
di Enzo Fortunato
Caro Padre,
voglio scrivere perché sento un
dolore al cuore, vedo soffrire
e morire un po' alla volta mia
sorella che ha l'unica figlia dipendente
dalla droga. Da più
di vent'anni deve combattere
da sola questa situazione senza
fine. Siamo una grande famiglia
cristiana, i nostri poveri genitori
con tanta dignità hanno mandato
a scuola tutti i figli che oggi risiedono
in Canada, Svizzera e in
Italia, questa bella nostra Italia.
Camilla (TE)
Carissima Camilla,
se mettessimo lo stereofono a registrare
i suoni delle voci umane dal
Vietnam a New York, da Mosca a
Berlino, dal Congo a Roma, ovunque
riceveremmo gli stessi toni: sospiri,
grida, lamenti ed accuse, sorrisi e
giubili, in un confuso reciproco compenetrarsi.
Chi scrive queste affermazioni
è il teologo tedesco Ebeling
in un suo famoso libretto, Sui Salmi.
La Bibbia fotografa la preghiera
come quel respiro di dolore e di gioia
che sale ininterrottamente dalla terra.
Qualche non credente provocatoriamente
si chiedeva se c'è un Dio
che raccolga il respiro dell'umanità,
soprattutto quando è accompagnato
dalle lacrime e dalle disperazione.
Rispondo non solo a questa provocazione,
ma anche a te, che come me
credi in un Dio che è Padre. Ebbene,
la Bibbia, la Parola di Dio, ci dice
senza mezzi termini che sopra i cieli
non c'è un imperatore, bensì un Padre
amoroso. Il Salmo 10 al versetto
14 ci regala un'affermazione bellissima
che con te condivido “tu vedi
il dolore e l'affanno, tu lo guardi
per prenderlo nelle tue mani”.
O ancora il Salmo 56 sottolinea la
bontà di Dio con questa espressione
“i passi del mio vagare, tu li hai
contati, le mi lacrime nell'otre
tuo raccogli”. Dio registra nel libro
della sua vita i segreti delle nostre
storie. Francesco d'Assisi questa paternità
di Dio l'ha annunciata con
la fraternità.
Un caro saluto di pace e bene
Enzo Fortunato
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