Angelus, Papa: frutti del Sinodo stanno già fermentando
Un percorso che ha permesso alla realtà multiforme delle nuove generazioni di entrare nel Sinodo
di Emanuela Campanile
“Un tempo di consolazione e di speranza”. E’ con queste parole che Papa Francesco, durante l’Angelus di oggi, ha definito l’esperienza dei 26 giorni di Sinodo dedicato ai giovani e appena concluso.
Un percorso che ha permesso alla “realtà multiforme delle nuove generazioni di entrare nel Sinodo”:
Ascoltare infatti richiede tempo, attenzione, apertura della mente e del cuore. Ma questo impegno si trasformava ogni giorno in consolazione, soprattutto perché avevamo in mezzo a noi la presenza vivace e stimolante dei giovani, con le loro storie e i loro contributi. Attraverso le testimonianze dei Padri sinodali, la realtà multiforme delle nuove generazioni è entrata nel Sinodo, per così dire, da tutte le parti: da ogni Continente e da tante diverse situazioni umane e sociali.
Il discernimento
Solo se accompagnato dal discernimento alla luce della Parola di Dio e dello Spirito Santo, l’ascolto porta i suoi frutti permettendo quindi di decifrare la realtà e di cogliere i segni dei tempi:
Questo è uno dei doni più belli che il Signore fa alla Chiesa Cattolica, cioè quello di raccogliere voci e volti dalle realtà più varie e così poter tentare un’interpretazione che tenga conto della ricchezza e della complessità dei fenomeni, sempre alla luce del Vangelo.
I primi frutti del Sinodo
Per Papa Francesco, e così conclude, “il Sinodo dei giovani è stato una buona vendemmia, e promette del buon vino”. Ma già un primo frutto si vede, e il Pontefice lo identifica nello “stile sinodale” che ha caratterizzato la XV Assemblea:
Il primo frutto di questa Assemblea sinodale dovrebbe stare proprio nell’esempio di un metodo che si è cercato di seguire, fin dalla fase preparatoria. Uno stile sinodale che non ha come obiettivo principale la stesura di un documento, che pure è prezioso e utile. Più del documento però è importante che si diffonda un modo di essere e lavorare insieme, giovani e anziani, nell’ascolto e nel discernimento, per giungere a scelte pastorali rispondenti alla realtà.
Dopo Angelus
Dopo la Benedizione, Papa Francesco ha espresso la sua particolare vicinanza alla comunità ebraica della città statunitenze di Pittsburgh, colpita ieri da un terribile attentato alla sinagoga. Un pensiero anche ai due martiri del Guatemala, José Tullio Maruzzo e Luis Obdulio Arroyo Navarro, che ieri sono stati proclamati Beati e, in chiusura, Francesco ha ricordato il popolo peruviamo e la comunità peruviana di Roma che oggi celebrano la festa della Signora dei Miracoli. (Vatican News).
Emanuela Campanile
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