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I benedettini passano il testimone. A Bologna arrivano i francescani

I benedettini brasiliani entro la primavera se ne vanno dalla chiesa di Santo Stefano

di Gelsomino Del Guercio
Credit Foto - Public Domain

I benedettini brasiliani entro la primavera se ne vanno dalla chiesa di Santo Stefano. E lo fanno nonostante un iniziale rifiuto a lasciare la cosiddetta basilica delle Sette Chiese (così è soprannominata Santo Stefano) ai francescani.


LA VISITA DEI FRATI

Il fatto più curioso, scrive Il Resto del Carlino, riguarda la scarsa collaborazione dei brasiliani a lasciare Santo Stefano, una indolenza che ha causato un incidente diplomatico tra congregazioni e ordini.

I francescani a metà novembre si erano recati a visitare la basilica, ma i benedettini non li avevano fatti entrare - secondo la ricostruzione del quotidiano bolognese - dicendo che i tempi non erano maturi per quel sopralluogo e che in ogni caso loro non avevano ricevuto notizia della definitiva decisione del cardinale arcivescovo Matteo Zuppi di questo cambio nel complesso delle Sette Chiese.

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LA CONVENZIONE MAI RINNOVATA

La comunicazione finale, però, con tutti i crismi canonici è comunque arrivata, anche perché la convenzione tra la curia e la congregazione brasiliana era scaduta da un pezzo e nessuno si era preoccupato di rinnovarla, per cui l’arcidiocesi non aveva le mani legate.

PERCHE' I FRANCESCANI?

Questo cambiamento, si legge sempre su Il Resto del Carlino, non è motivato da una bocciatura, ma da una valutazione legata al carisma dei francescani che notoriamente tendono a non occuparsi solo del monastero, ma anche delle persone che, essendo in difficoltà, si avvicinano alla basilica. Inoltre, il complesso è da sempre al centro della città.

Le cronache dicono che venne ideata dal vescovo Petronio e avrebbe dovuto imitare il Santo Sepolcro e da lì in poi i bolognesi rimasero affezionati alla loro piccola Gerusalemme, nonostante nel 1399 venne sconsacrata da papa Bonifacio VIII.

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Gelsomino Del Guercio

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