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I Cappuccini delle Marche in udienza privata dal Papa

Un colloquio sui temi della vita comunitaria e della missionarietà

Credit Foto - Vatican Media

Una vera festa francescana quella di Papa Francesco e di 73 cappuccini della regione delle Marche che hanno incontrato il Pontefice giovedì mattina nell’auletta dell’Aula Paolo VI.

A darne notizia l’Osservatore Romano che riporta le parole del Papa che ha parlato anzitutto della chiamata di Dio, ricordando che Egli chiama in modo diverso e in varie modalità.

Un vero dialogo tra domande e risposte.

Dio ci invita in ogni tempo alla conversione - si legge sul quotidiano della Santa Sede - “che è una scelta forte, una decisione che coinvolge il consacrato e lo porta avanti sulla strada della vita. Uno dei rischi a cui si può andare incontro, se non ci si lascia coinvolgere e mettere in discussione da Dio, è l’“acidità religiosa”, dalla quale deriva l’infelicità.

I consacrati diventano così “collezionisti di ingiustizie”, secondo il tipico atteggiamento di chi si sente sempre vittima e quindi cade nelle lamentele continue. Santa Teresa di Gesù, ha ricordato in proposito il Papa, metteva in guardia le monache dalla tentazione di considerarsi oggetto di ingiustizie. Si tratta dell’“adagio lamentoso”, un atteggiamento che va contrastato proprio con la conversione. Entrare in comunità significa dunque prepararsi a passare da conversione a conversione, perché ciò induce all’umiltà”.

Altro tema affrontato quello della missionarietà e della testimonianza della povertà che come diceva sant’Ignazio di Loyola, dev’essere “madre e muro” della vita religiosa.

Il Papa ha poi invitato i cappuccini a vivere la loro Regola con naturalezza, accettando gli altri e rispettandoli. “La comunione fraterna si realizza naturalmente, non la si crea artificiosamente. Essa è una grazia dello Spirito Santo e si nutre di perdono. A questo proposito Francesco ha parlato della misericordia. Dio, ha ricordato, non si stanca mai di perdonare; siamo noi semmai a stancarci di chiedere perdono”.

Il Papa Papa ha ricordato alcuni episodi della sua vita. Infine un riferimento al bisogno di evangelizzare l’Europa: “Le giovani Chiese possono aiutare il Vecchio continente a rinfocolare le braci della fede che ancora ardono”.

Infine un compito: “avviare processi di testimonianza verso i giovani che restano ammirati dallo spirito francescano e si aprono davanti al carisma della gioia e della semplicità che l’esempio di san Francesco offre in ogni tempo”.

I cappuccini hanno portato in dono al Papa un quadro, opera di un artista marchigiano, nel quale è ritratto il panorama di Camerino per ricordare la visita del Papa alla località colpita dal sisma. È stato poi donata al Pontefice una scultura proveniente dal Benin, avvolta da una sciarpa della regione Wolaita, in Etiopia, due Paesi africani dove i cappuccini sono presenti. Il Papa ha offerto loro alcuni libri: Ai miei fratelli presbiteri, che contiene la lettera scritta ai sacerdoti in occasione del 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars; il volume del vescovo Marcello Semeraro, dal titolo Ascoltare e curare il cuore; e le pubblicazioni di Emiliano Antenucci Chi calunnia uccide e Non sparlare degli altri.

acistampa.com



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