Il 2019 della Chiesa

Tra santi, beati, nuovi cardinali e due sinodi

Il 2019 - che si sta chiudendo - ha visto una Chiesa in cammino, una Chiesa in evoluzione (passando per la tradizione), una Chiesa attenta agli ultimi, agli emarginati, “alle periferie”, per citare Papa Francesco. Una Chiesa che ha voluto testimoniare quante possibili espressioni di santità possano esserci nel mondo moderno, tra nuovi beati e “nuove aureole” di santità. Inoltre, il 2019 ci ha presentato: ben nuovi tredici cardinali, e due sinodi.

I beati della Chiesa.
La Spagna, prima fra tutte, è la nazione che - potremmo dire - è stata toccata dalla grazia con i suoi molti Beati e Santi. E’ stato beatificato Mariano Mullerat i Soldevila, padre di famiglia e medico, che morì a 39 anni. Si prese cura delle sofferenze fisiche e morali dei fratelli, testimoniando con la vita e con il martirio il primato della carità e del perdono. A Madrid è stata beatificata Maria Guadalupe Ortiz de Landázuri, fedele laica dell’Opus Dei. Passiamo a Granada, in Spagna. Qui è stata proclamata Beata Maria Emilia Riquelme y Zayas, fondatrice delle Suore Missionarie del Santissimo Sacramento e di Maria Immacolata. E poi l’America Latina. Ricordiamo, ad esempio, Maria della Concezione Cabrera Arias, don Donizetti Tavares de Lima, il Beato padre Emilio Moscoso, sacerdote martire della Compagnia di Gesù, ucciso nel 1897 nel clima persecutorio contro la Chiesa Cattolica. Dal Guatemala, Giacomo Miller, religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane, ucciso in odio alla fede nel 1982, nel periodo della guerra civile.

I nuovi santi.
Poi, è doveroso ricordare, i nuovi Santi, “luci gentili nel buio del mondo”: il cardinal Newman, Giuseppina Vannini, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, Dulce Lopes Pontes e Margarita Bays.

I tredici nuovi cardinali.
Altra grande novità del 2019, la creazione di ben tredici nuovi cardinali di Santa Romana Chiesa. Ricordiamo i nomi: il vescovo comboniano spagnolo Angel Ayuso Guixot, 67 anni, da maggio presidente del pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso; l’arcivescovo portoghese José Tolentino Mendonca, 54 anni a dicembre, dal 2018 archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa; l’indonesiano Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, 69 anni, dal 2010 arcivescovo di Jakarta; il cubano Juan de la Caridad Garcia Rodriguez, 71 anni, dal 2016 arcivescovo di San Cristobal de La Habana; il cappuccino africano Fridolin Ambongo Besungu, 59 anni, dal 2018 arcivescovo di Kinshasa nella Repubblica democratica del Congo; il gesuita Jean-Claude Hollerich, 61 anni, dal 2011 arcivescovo di Lussemburgo e dal 2018 presidente della Comece; il guatemalteco Alvaro L. Ramazzini Imeri, 72 anni, dal 2012 vescovo di Huehuetenamgo; l’italiano Matteo Zuppi, 64 anni, dal 2015 arcivescovo di Bologna; il salesiano spagnolo Cristobal Lopez Romero, 67 anni, dal 2017 arcivescovo di Rabat in Marocco dopo aver lavorato in Paraguay dal 1986 al 2011; e il gesuita slovacco-canadese Michael Czerny, 73 anni, dal 2016 sottosegretario della Sezione Migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. I tre senza diritto di voto in un eventuale Conclave: Michael Louis Fitzgerald, il gesuita lituano Sigitas Tamkevicius, ed Eugenio Dal Corso, originario del veronese dell’Opera don Calabria, 80 anni.

Due sinodi.
Nel corso del 2019, per completare questo “veloce” calendario “a ritroso nel tempo”, ci sono stati anche due importanti sinodi. Questi, i temi: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale", seguito dall’Esortazione Apostolica “Christus vivit” e l’Assemblea Speciale per la Regione Panamazzonica sul tema "Nuovi cammini per la Chiesa e per un'ecologia integrale".

Antonio Tarallo

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