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Il cardinale Turkson: "presto un documento sulla gestione delle finanze nella Chiesa cattolica"

"Lo ha fortemente voluto il Papa". Fisserà i criteri di gestione dei dicasteri vaticani e delle diocesi del mondo

Credit Foto - ANSA/CLAUDIO PERI

Questa storia che la Curia Romana è sull’orlo del crack finanziario, come scrive Gianluigi Nuzzi nel suo ultimo libro dedicato alle finanze della Santa Sede (quarto capitolo della saga di “Vaticano Spa”, titolo rubato a una vecchia inchiesta dell’Espresso) al cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, fa venire in mente un celebre aneddoto.

Il porporato commenta le polemiche in occasione di un convegno dell'Università Cattolica su etica e finanza, a partire dal documento "Oeconomicae et pecuniarie quaestiones". L'aneddoto è questo. Quando Napoleone minacciò il cardinale Consalvi, segretario di Stato di Pio VII, di distruggere il Vaticano e la chiesa il porporato rispose serafico: “Non credo Maestà, non ci siamo riusciti noi preti in in 17 secoli, figuriamoci Vostra Altezza”.

Eppure le polemiche sui conti della Chiesa continuano ...
“Intorno alle finanze del Vaticano le polemiche sono quasi cicliche. Del resto se papa Francesco fa qualcosa di nuovo suscita sempre una reazione contraria da parte di ambienti ostili. Non conosco la situazione finanziaria dal punto di vista strettamente tecnico, ma so che il pontefice vuole più trasparenza possibile nella gestione delle risorse finanziarie, secondo criteri improntati all’ etica cristiana”.

E quali sono questi criteri?
“Criteri improntati non a una logica del profitto, secondo quella visione individualistica che ha orientato i mercati negli ultimi anni ed è stato una delle cause della grande crisi finanziaria, oltre che in una diseguaglianza nella distribuzione dei redditi, ma alla solidarietà e allo sviluppo, secondo una prospettiva antropologica che mira alla persona. Non si potrà investire in armi ad esempio, ma privilegiare quei titoli appartenenti a realtà economiche che investono nella terra, nelle risorse idriche nel Terzo Mondo e via dicendo. Ecco perché stiamo mettendo a punto un documento molto importante, su sollecitazione di Francesco, che mira a identificare criteri comuni nella gestione delle risorse riguardante i vari organismi finanziari presenti all’ interno della Chiesa”.

Si tratta di accorpare i dicasteri vaticani economici, come Apsa e IOR?
“Non è necessario, ma spesso e volentieri dal punto di vista finanziario un dicastero non sa quello che fa l’ altro, i criteri sono diversi, le risorse vengono impiegate senza un coordinamento. In Vaticano esiste già l'Aif, l'Autorità di informazione finanziaria, che controlla i conti delle varie realtà, dall'Apsa allo IOR, ma qui serve un organismo centralizzato sulla gestione più che sulla trasparenza, che esiste già. Anche le diocesi si comportano in maniera diversa, alcune hanno dei criteri, come quelle americane e tedesche, altre ne hanno pochi, altre ancora non ne hanno per nulla. Ecco che il documento fisserà dei principi comuni per la gestione delle risorse. che riguarderanno oltre ai dicasteri vaticani. anche gli uffici finanziari delle varie diocesi”.

(L’intervista integrale verrà pubblicata sul prossimo numero di Famiglia Cristiana in edicola giovedì 31 ottobre)

Francesco AnfossiFamigliacristiana.it



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