Il Papa incontra giovani e anziani: non si può vivere seminando odio
Le domande di giovani e anziani a papa Francesco per il progetto: la saggezza del tempo
I giovani devono conoscere come nasce e cresce un populismo, "seminando odio". Ma "non si può vivere seminando odio, anche se seminare odio è facile: si comincia anche con le chiacchiere, in famiglia, nel quartiere, nel luogo di lavoro".
Papa Francesco incontra giovani e anziani per la presentazione del libro e del progetto "La saggezza del tempo", col quale promuove una nuova alleanza tra le generazioni, risponde alle domande di alcuni di loro, tra cui un ospite illustre, il regista Martin Scorsese, e riflette sul "tesoro" lasciato comunque in eredità dalle due guerre mondiali del secolo scorso per mettere in guardia dal risorgere dei populismi.
Non esitando anche a evocare a tale proposito i danni del nazismo e la figura di Adolf Hitler. "Penso ad Hitler nel secolo scorso, che aveva promesso lo sviluppo della Germania", dice sollecitato da una domanda riguardo alla "durezza" percepita oggi nei confronti dei rifugiati. E proprio la domanda offre lo spunto a Bergoglio per tornare a parlare di migranti.
"I migranti - spiega - vanno accolti col cuore e le porte aperte. La chiusura è la strada del suicidio. È vero che si devono accogliere i migranti, ma si devono accompagnare e soprattutto si devono integrare". Il suo ragionamento, precisa, "non è per parlare di politica ma di umanità". Tuttavia, offre la sua indicazione: "Un governo deve avere cuore aperto per ricevere, le strutture buone per fare la strada dell'integrazione, e anche la prudenza di dire: fino a questo punto posso, poi non posso più".
"Accogliere i migranti - aggiunge - è un mandato biblico. Pensiamo all'Europa che è stata fatta dai migranti, le culture si sono mischiate, l'Europa deve avere la coscienza che nei momenti brutti alcuni Paesi dell'America del Nord e del Sud hanno ricevuto i migranti europei". Per questo Francesco chiede all'Europa di farsi carico di questa "emergenza" anche perché finora, avverte, "il peso più grande lo hanno portato la Spagna, l'Italia e la Grecia ed anche Cipro".
Francesco parla quindi della sua sofferenza per i morti nei viaggi della speranza a bordo dei barconi dall'Africa. "Che cosa faccio quando vedo che il Mediterraneo è un cimitero? - dice - Dico la verità, soffro, prego, parlo. Non dobbiamo accettare questa sofferenza, dire ma tanto si soffre dappertutto, e andare avanti. No, oggi c'è la terza guerra mondiale a pezzetti, guardate alla mancanza di umanità, all'aggressione, all'odio, anche alla deformazione della religione. Seminare odio è la strada del suicidio per l'umanità".
A dialogare per ultimo con papa Francesco è il regista Martin Scorsese che chiede al Pontefice come possono gli anziani aiutare la Chiesa a far sopravvivere la fede in un mondo segnato da violenza e crudeltà. Bergoglio indica la strada della "tenerezza", della "mitezza", della "vicinanza, come lei ha dimostrato con i suoi film" e di un dialogo con i giovani in cui si realizzi una vera empatia: "Non si può avere una conversazione con i giovani senza empatia, non vanno condannati".
Di fronte alle crudeltà del mondo, è anche il suo invito, "c'è una parola che dobbiamo dire: la saggezza del piangere, il dono del piangere davanti a queste violenze. Il pianto è cristiano, chiediamo la grazia delle lacrime". (Avvenire)
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