Il tempo delle vacanze estive per Benedetto XVI: “Aprirsi maggiormente a Dio”.
La vacanza di papa Ratzinger tra letture e musica
di Antonio Tarallo
Discreto. Sobrio. Studioso. Orante. Quanti aggettivi si potrebbero attribuire a Benedetto XVI? Tantissimi. E se si volessero condensare in uno solo? “Semplice”, forse non c’è altra parola. Ed è proprio questo aggettivo ad aver, da sempre, contraddistinto il periodo delle vacanze estive del papa emerito.
Partiamo dall’oggi. Lo scorso 25 luglio papa Raztinger si è recato a Castel Gandolfo, con grande sorpresa di tutti. Un fuori programma, di poche ore, passate non nella residenza del Palazzo Apostolico, bensì nelle ville pontificie. Castel Gandolfo – importante ricordarlo – rappresenta per l’anziano pontefice un luogo di grande valore affettivo. E’ stato, in fondo, quel luogo, ad accoglierlo nel periodo successivo alle sue dimissioni. E, sempre quel luogo, è stato testimone di uno degli avvenimenti più importanti che hanno segnato la Storia della Chiesa, i libri di Storia universale: il primo incontro ufficiale con il suo successore, papa Francesco.
L’ultima volta che papa Raztinger si era recato a Castel Gandolfo, è stato nel 2015. Benedetto XVI si recò a Castel Gandolfo, storica dimora estiva dei pontefici, per un periodo di vacanza. Era stato invitato da papa Francesco che, come sappiamo, non ama allontanarsi da Santa Marta. Quella fu l’ultima vacanza estiva di Ratzinger fuori dal Vaticano e dal monastero Mater Ecclesiae, dove ha scelto di abitare dopo la rinuncia al pontificato. Da allora, infatti, il Papa emerito non si è più allontanato dalla sua residenza.
La prima vacanza da “pontefice”, è del 2005, in Valle d’Aosta, proseguendo la tradizione del suo predecessore Giovanni Paolo II. Le parole di Ratzinger, per quell’occasione, sono un vero e proprio “vademecum” per chi voglia trascorrere il periodo estivo, all’insegna della spiritualità:
“Nel mondo in cui viviamo, diventa quasi una necessità potersi ritemprare nel corpo e nello spirito, specialmente per chi abita in città, dove le condizioni di vita, spesso frenetiche, lasciano poco spazio al silenzio, alla riflessione e al distensivo contatto con la natura. (…) Le vacanze sono, inoltre, giorni nei quali ci si può dedicare più a lungo alla preghiera, alla lettura e alla meditazione sui significati profondi della vita, nel contesto sereno della propria famiglia e dei propri cari. (…) Il tempo delle vacanze offre opportunità uniche di sosta davanti agli spettacoli suggestivi della natura, meraviglioso “libro” alla portata di tutti, grandi e piccini. A contatto con la natura, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre creatura, piccola ma al tempo stesso unica, “capace di Dio” perché interiormente aperta all’Infinito. Sospinta dalla domanda di senso che le urge nel cuore, essa percepisce nel mondo circostante l’impronta della bontà, della bellezza e della provvidenza divina e quasi naturalmente si apre alla lode e alla preghiera”.
Ma sappiamo bene, il papa emerito, all’attività di studioso, di alto teologo, ha alternato – molte volte, anche quando eletto pontefice – quella di “scrittore”. Molti sono i libri che hanno visto la luce, durante le vacanze estive. Uno di questi – forse il più famoso – “Gesù di Nazaret”, nacque durante quelle del 2003, come ricorda lo stesso autore nella prefazione del libro. Sempre in merito alla produzione libraria, è interessante notare come proprio durante le vacanze estive del 1985, a Bressanone (ci ritornerà poi come pontefice, nel 2008), l'allora cardinale Ratzinger concesse allo scrittore Vittorio Messori un'intervista che sarebbe poi stata pubblicata nel libro “Rapporto sulla fede. Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger”.
Sicuramente, mai mancata la musica, tra le lettura, le ore di preghiera, la meditazione. E sarà così anche quest’anno, non possiamo pensare altrimenti. La musica, infatti, ha segnato la vita del papa bavarese, fin dall’infanzia. Le note di Mozart e Chopin (i due compositori preferiti) eseguite al pianoforte, sono state la colonna sonora della sua vita, è il caso di dirlo. Basterebbe ricordare che, appena eletto, desiderò avere nell’appartamento papale, un pianoforte. Le foto di Joseph Ratzinger seduto davanti lo strumento con i tasti bianchi e neri, nell’appartamento pontificio o in vacanza, sono lì a testimoniarlo. Un amore che parte da lontano, dagli anni della giovinezza a Ratisbona, in cui partecipava insieme a suo fratello Georg alle attività del coro ecclesiastico più antico del mondo, i “Regensburger Domspatzen”, i “Passeri della Cattedrale”.
Antonio Tarallo
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