Il vescovo cappuccino, Mons. Toppi, diventa venerabile
Ha diffuso il culto di San Francesco a Pompei
di Gelsomino Del GuercioPapa Francesco ha firmato il decreto: monsignor Francesco Saverio Toppi, religioso dell’Ordine dei Frati minori cappuccini e arcivescovo-prelato di Pompei dal 1990 al 2001, sale sugli altari con il titolo di venerabile. Di lui i fedeli della Basilica Pontificia di Pompei ne ricordano il carisma francescano più autentico e un amore spassionato per la Vergine.
FRA FRANCESCO SAVERIO
Nato a Brusciano, nella provincia di Napoli, il 26 giugno del 1925, il nome di battesimo di monsignor Toppi era Vincenzo. Soltanto nel 1940 - si legge sul portale del Pontificio santuario di Pompei - quando a 15 anni entrò nell'Ordine dei Cappuccini, assunse il nome di fra' Francesco Saverio. Diventato sacerdote il 29 giugno del 1948, fu nominato nel 1983 Superiore della comunità Cappuccina e Maestro dei chierici di Nola.
LA NOMINA DI GIOVANNI PAOLO II
Nel 1990, su ordine dell'allora Papa Giovanni Paolo II, monsignor Toppi divenne arcivescovo prelato di Pompei e delegato pontificio del Santuario della Madonna del Rosario, fondato nella seconda metà dell'Ottocento dal beato Bartolo Longo. Nel 2001, si ritirò nel convento dei Cappuccini a Nola, dove morì il 2 aprile del 2007. Alla sua morte, le sue spoglie sono state deposte nella cripta del Santuario di Pompei: la sua tomba è oggi meta di pellegrinaggio di numerosi fedeli.
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UNA CAUSA DURATA 2 ANNI
«Un annuncio di gioia per la Chiesa di Pompei e per i devoti della Madonna del Rosario’», ha commentato l'Arcivescovo Prelato della Basilica di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo.
La causa di beatificazione e canonizzazione del vescovo francescano fu avviata il 2 aprile del 2014 e conclusa il 13 ottobre 2016.
LA PREGHIERA DELLA CHIESA DI POMPEI
L’amore per la Madonna lo contraddistinse in tutta la sua esistenza ed è proprio alla Vergine che mons. Toppi si rivolse nel comporre la “Preghiera della Chiesa di Pompei”, recitata ancora oggi, quotidianamente, in santuario.
“O Maria – scrisse tra l’altro in quell’orazione –, ottienici col tuo Rosario di contemplare, vivere e irradiare nel mondo intero il Mistero di Cristo Gesù e la Grazia della Comunione Trinitaria. Vergine Orante! Insegnaci a pregare, ad accogliere e meditare la Parola di Dio. Fa’ che con i Misteri del Rosario impariamo a contemplare ed a stupirci dinanzi alle meraviglie che opera il Signore. Aiutaci a vivere il Vangelo della carità con gli ultimi e gli emarginati, con i poveri e i sofferenti. Che la Chiesa sia un cuor solo e un’anima sola… Madre della Chiesa e dell’umanità! Comunicaci lo slancio missionario del tuo Cuore per la nuova evangelizzazione e spingici per le strade del mondo a gridare il Vangelo con la vita sulle orme del beato Bartolo Longo”.
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Gelsomino Del Guercio
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