La difficile Pasqua dei francescani in Siria e Terra Santa
Ecco riti e programma a Gerusalemme e Aleppo
di Gelsomino Del GuercioQuanto è difficile pensare alla Pasqua in due dei luoghi più martoriati al mondo per i cristiani: la Siria e la Terra Santa. Per chi abita in quelle terre la Risurrezione di Cristo sarà un segno di speranza, non una festa. Che il clima sia pesante lo testimoniano i francescani che evangelizzano in quei luoghi.
L’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, esordisce a Vatican News: «Qui tutto sembra dividerci, abbiamo i muri, abbiamo le tante divisioni, anche tra i cristiani, oltre che tra i popoli e le fedi: per questo è importante lavorare sulla fraternità».
Per i cristiani di Terra Santa, spiega monsignor Pizzaballa, «la Pasqua è innanzitutto l’incontro con Gesù morto e risorto e non dobbiamo dimenticare questo approccio che non è devozionale, ma dà senso al nostro stare qui e orienta pure le nostre azioni, il nostro pensiero e quello che diciamo ».
DAL GETSEMANI AL SANTO SEPOLCRO
A Gerusalemme i frati della Custodia di Terra Santa hanno avviato le celebrazioni del Triduo Pasquale con il rito della lavanda dei piedi al Cenacolo e la celebrazione dell’Hora Sancta al Gethsemani. Il venerdì santo la Via Crucis e la veglia al Santo Sepolcro che si protrae per tutta la giornata del sabato santo, introducono Pasqua di Risurrezione.
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L'OMBRA DELLE BOMBA
Il clima è pesante, invece, ad Aleppo, dove si registrano lanci di missili dalla parte confinante con la città di Idlib, che è rimasta l’unica città in mano ai jihadisti. Questo succede mentre i cristiani si accingono a celebrare la Pasqua.
Ha spiegato sempre a Vatican News, Padre Padre Firas, francescano della Custodia di Terra Santa e viceparroco della chiesa di san Francesco ad Aleppo: «Già all’inizio del mercoledì delle Ceneri insieme alla Chiesa universale abbiamo avviato la Quaresima. Ogni venerdì ci sono state Via Crucis e la nostra chiesa di rito latino è affollata ma io direi tutte le chiese orientali. E’ un bellissimo mosaico di diversi riti, diverse liturgie, le più antiche al mondo! E la città di Aleppo è caratteristica di questa bellezza, di questo mosaico di differenze liturgiche».
LA "NORMALITA'" DEL TRIDUO
Venerdì 18 aprile, prosegue il frate, «abbiamo la via crucis e le liturgie dell’adorazione della croce che ci ha redenti. Sabato sera abbiamo la veglia pasquale e la domenica certamente insieme al popolo di Dio celebriamo la risurrezione e la vittoria di Gesù sul peccato e sulla morte».
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Gelsomino Del Guercio
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