La santità di Mamma Nina, la francescana che accoglieva tutti
La fama di santità di Nina si avvertì fin da giovanissima
di Gelsomino Del Guercio
Si è aperta una indagine diocesana nella provincia di Brindisi sulla fama di santità di Domenica Crocifissa “Nina” Lolli, terziaria francescana, chiamata la “poverella di Dio".
Nei prossimi giorni si insedierà il tribunale presso la chiesa di Santa Maria Assunta in San Donaci, suo paese natale.
La fama di santità di Nina si avvertì fin da giovanissima. A 21 anni, il 9 luglio 1932, inizia l’anno del Noviziato nell’Ordine Francescano Secolare e nel 1935, con la Professione Solenne, proclama il suo “Si” deciso e definitivo nel servire gli ultimi sull’esempio di San Francesco di Assisi.
GUIDA DELLA FRATERNITA'
Dopo un po’ di anni di esperienza nella fraternità francescana, guidata dal suo padre spirituale, scrive amicidimammanina.it, viene chiamata a guidare la piccola fraternità del Terz’Ordine Francescano di San Donaci nel 1948, subito dopo, decide, da laica, di donare la sua vita interamente a Dio, promettendo povertà, castità e obbedienza. Ha carisma e molti la seguono.
La sua è una vita immersa nella preghiera, nella contemplazione, nella sofferenza, nell’ “offrirsi vittima per i sacerdoti”. “Se non si soffre, non si diventa maestri; la vera scuola si paga a proprie spese…..”, questa è la sua convinzione.
LA MALATTIA
Trascorrono pochi anni e la sofferenza la costringe quasi completamente a letto, ma, imperterrita, continua la sua “missione”.
A quanti la cercano e a lei si rivolgono per qualunque necessità, è sempre pronta ad offrire conforto, serenità ed estrema fiducia nella misericordia di Dio; “Lasciamo fare a Gesù”, ripete sempre e, così dicendo, restituisce il sorriso a tanti volti smarriti.
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LE ULTIME SOFFERENZE
Anche i bambini, da lei tanto amati, si divertono a giocare sul suo letto, e lei li accoglie con lo sguardo amorevole di una dolce mamma.
Negli ultimi tempi, si aggiunge anche l’inappetenza: ormai si nutre soltanto di acqua e pochi cucchiaini di gelato.
La tengono in vita soltanto quei pochi farmaci che riesce ad assumere, finché all’alba del 27 settembre 2006, tra le braccia di alcune persone a lei molto care, spira come addormentandosi dolcemente.
L'INCARNAZIONE DI GESU'
Come Francesco d’Assisi volle a Greccio costruire il presepio per vedere con gli occhi della carne i disagi che il Figlio di Dio provò nel momento della sua nascita, cosi Mamma Nina in tanti momenti della sua vita si è fermata a contemplare l’incarnazione del Figlio di Dio. Il suo stupore per il Bambino Gesù era immenso che quando lo prendeva fra le sue braccia sembrava avere un neonato, a cui porre attenzioni e carezze.
LA PASSIONE DI NINA
Dai suoi primi anni di vita francescana ha nutrito un amore per la passione del Signore. Per una salute malferma è costretta a passare tanti anni della sua vita a letto. Il letto era diventato un luogo così famigliare da definirlo il suo scrigno, dove poneva tutti i suoi segreti. Posso definirlo, luogo del suo sacrificio e di santità,ma luogo privilegiato dell’incontro con il suo Signore.
Tante ore passate a pregare, a contemplare, a meditare ma soprattutto quel suo lettuccio, che era la sua croce, era luogo di incontro con le altre croci, quelle delle persone che accorrevano a lei per avere consigli amorevoli.
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Gelsomino Del Guercio
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