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La storia di San Silvestro Papa

La data corrisponde alla notizia della sua morte, il 31 dicembre 335

di Antonio Tarallo
Credit Foto - Vatican Insider

Si usano, di solito, le parole, le frasi – molte volte – con grande disinvoltura. E il giorno delle feste è il trionfo di questo. Tipica “idiomatic expression”, così si direbbe in inglese, “ a te e famiglia”: quante volte l’abbiamo usata. E a quanti abbiamo risposto in tale maniera? Tra cellulari, tablet, telefonate e tanto, tanto altro. E, ora, che le ultime ore del 2018 cominciano a scorrere inesorabilmente, “come clessidra che fa scendere la sua polvere da un recipiente ad altro” ( mamma mia che immagine d’eco shakesperiana!), siamo già pronti a pronunciare la fatidica frase:  “Dove passerai San Silvestro? Hai visto in quel ristorante che buon cenone di San Silvestro? A San Silvestro che fai?”. L’ultima della triade, è la più frequentata. Praticamente nominiamo questo santo – che non rappresenta solo un giorno, precisiamo – senza accorgersene. Eppure dietro a questo famosissimo pontefice (ebbene sì, era un papa addirittura San Silvestro) si nasconde una vita, una biografia, degli avvenimenti della Storia della Chiesa.

Incominciamo con il dire che non c’è alcuna relazione tra il santo e la festa “pagana” dell’ultimo dell’anno. “La notte di San Silvestro”, per capirci, non ha nessuna connessione con questo giorno festeggiato in tutto il mondo. Non è come un’altra notte famosa, ad esempio quella di San Lorenzo, in cui la biografia del santo s’intreccia – in qualche modo – con il giorno del calendario: in questo caso quelle stelle cadenti, in certa misura, vanno a ricordare i bracieri ardenti della graticola in cui la tradizione vuole arso lo stesso santo. Per il 31 dicembre, è tutto molto più semplice. Si dice “Notte di San Silvestro” semplicemente perché l’ultimo giorno del calendario vede festeggiare San Silvestro Papa. Storia finita. Semplice. Elementare. Insomma, come esclamerebbe lo scrittore russo, Gogol: “Cerco l’asino e ci sono sopra!”.

 

San Silvestro, Papa, festeggiato – e questo lo abbiamo ben compreso! – il 31 dicembre. Ma perché in questo giorno? La data corrisponde alla notizia certa – a differenza di quella della nascita – della sua morte, il 31 dicembre 335. E, in merito a questa, c’è una piccola curiosità: già a un anno dalla sua morte, era gli si dedicava già una festa che ricorreva – appunto – il 31dicembre; mentre in Oriente lo si ricorda il 2 gennaio. Con un po’ di ironia, potremmo anche affermare che nei paesi dell’Oriente, della Chiesa ortodossa e di quelle cattoliche di rito orientale, il capodanno avrebbe altra denominazione, non certo “Notte di San Silvestro”! Ma a parte la boutade, cerchiamo di conoscere meglio questo personaggio, con qualche breve pennellata, veloce, della sua biografia.

 

Dopo la morte di papa Milziade, Silvestro fu consacrato vescovo di Roma e quindi papa.  Il suo pontificato coincise con il lungo impero di Costantino I, il primo imperatore romano che accettò il cristianesimo. La posizione pubblica della Chiesa affrontò un cambiamento epocale: il passaggio dalla Roma pagana alla Roma cristiana.

Il suo pontificato comincia il 31 gennaio del 314, e termina il 31 dicembre del 335. Ben ventuno anni, alla guida della Chiesa. Nell’agosto del 314, pochi mesi dopo l’ordinazione di Silvestro, l’imperatore Costantino – non il Papa – convoca un Concilio ad Arles, su richiesta dei donatisti che non avevano accettato le decisioni del Concilio romano del 313, concilio che aveva condannato  il vescovo e teologo romano cristiano Donato, come eretico. Silvestro non va ad Arles ma vi si fa rappresentare dai presbiteri Claudiano (o Claudio) e Vito e dai diaconi Eugenio e Ciriaco.

 

Ma l’evento più importante sotto il pontificato di Silvestro fu, senza dubbio, il primo concilio ecumenico della storia, il cosiddetto “Concilio di Nicea” del 325, convocato sempre da Costantino, per arrivare a una risposta dogmatica unitaria su alcune controversie dottrinali: in primis, l’eresia ariana, negatrice della divinità di Cristo. I Padri conciliari condannarono l’arianesimo e scrissero il “Simbolo niceno”. Questo, era la prima formulazione del “Credo”, poi integrata dal concilio di Costantinopoli, definendo la consustanzialità tra il Padre e il Figlio, il quale è “Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”. La dicitura che ancora oggi viene recitata.

Un grande merito va attribuito a Silvestro. Quello, di aver promosso la costruzione di alcune importanti basiliche cristiane, suggerendole all’imperatore Costantino. Se la fondazione della Basilica Lateranense va ascritta al suo predecessore, San Milziade, fu Silvestro a dedicarla al “Santissimo Salvatore”. Ma due fondamentali basiliche vanno ascritte a questo periodo: la Basilica di San Pietro e la Basilica di San Paolo fuori le Mura, edificate sui rispettivi sepolcri dei due Santi Apostoli e martiri. Sulle tombe di altri martiri, fece fondare chiese cimiteriali. Una di queste,   fu eretta presso le Catacombe di Priscilla, dove venne poi sepolto, nel 335.



Antonio Tarallo

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