Le chiese più belle, tra la natura e il mare
Prima puntata dello speciale sulla bellezza delle chiese nelle località marine
di Antonio Tarallo
Si sa, l’estate è sempre un momento di ristoro dal trambusto quotidiano. Cessare, almeno per qualche giorno, il lavoro, è abitudine – almeno per i più – assai diffusa. Chi preferisce un bel viaggio lontano, chi magari qualche meta vicina. Ultimamente, visti i magri tempi, dipende molto dalla disponibilità economica, non possiamo nascondercelo. Ma sono molti, ormai, che decidono, invece, di cogliere questo momento per potersi dedicare, magari, ad attività che – durante l’anno – non si ha tempo di coltivare. E per fare questo, non è proprio indispensabile il lasciare la propria città. L’importante è rigenerare lo spirito. Papa Francesco stesso, lo ha ricordato più volte: “rinfrescare” il nostro “intimo”, mentre un sole cocente impervia in tutta la penisola nostrana. Dedicarci a una lettura più attenta del Vangelo. O, riservare un momento della giornata, al silenzio, davanti al tabernacolo. “Lui mi guarda, io Lo guardo”, per dirla ala curato d’Ars.
Certo, coniugare mente e spirito, in Italia, non è tanto difficile. La nostra terra, il famoso “belpaese”, ci fornisce davvero delle occasioni speciali, e – molte volte – uniche nel panorama europeo. Non è bieco campanilismo, bensì è un realtà oggettiva. E allora, “San Francesco, patrono d’Italia”, vuole offrire un piccolo tour fra queste bellezze “spirituali”, sperando di dare – chissà – spunto per qualche meta per chi ancora non ha avuto modo di vivere l’agognata pausa. E per chi, invece è già tornato a lavoro… beh, ci si può sempre organizzare per i weekend.
Partiamo – in questa nostra prima puntata – dal Sud dello Stivale.
Terra di Sicilia. Tante sono le chiese che meriterebbero menzione. Ne citiamo una, in particolare. Il Santuario della Madonna della Milicia. Primo santuario mariano della diocesi di Palermo. Nel tempo, si è confermato uno dei luoghi di pellegrinaggio più gettonati della Sicilia. Qui, Tradizione popolare e Fede si fondono e confondono in un connubio perfetto. Una incursione di pirati – così narra la leggenda – nel 1636, a danno di Palermo e del borgo, viene scongiurata. Era stata invocata la Madonna. I pirati si arrestano, e Palermo è salva. Da questo episodio, la devozione legata al quadro della Madonna col bambino e San Francesco del XIV secolo, di fattura toscana e probabilmente di scuola giottesca. A testimonianza della devozione per la Madonna della Milicia nel museo del santuario, ci sono ben 400 quadretti ex voto che rappresentano uno spaccato della vita quotidiana dall’800 a oggi.
Un piccolo pezzo di Paradiso, Ischia, isola appartenente all'arcipelago delle isole Flegree. Qui, troviamo, a picco sul mare, la chiesa di Santa Maria del Soccorso, o della Neve che ha assunto – nei secoli successivi – la denominazione “del Soccorso”: chiamata così per la devozione dei naviganti che si sono affidati – e tutt’oggi si affidano – alla protezione della Madonna con ex voto. La tradizione deriva da una particolare reliquia custodita nella chiesa. Si tratta di un crocifisso risalente al ‘400. Secondo la leggenda, venne rinvenuto in mare da alcuni uomini di mare, diretti in Sardegna. Arrivati vicino l’isola, furono costretti a ripiegare le vele a causa di una violenta tempesta. Per placare l’ira del mare posizionarono la reliquia rinvenuta all’interno del santuario della Madonna della Neve. La tempesta si placò immediatamente. Pronti a ritornare a bordo, cercarono di portare con sé, il prodigioso crocifisso, ma, le porte della chiesa si chiudevano da sole impedendone l’uscita. Solo lasciando la reliquia sull’altare i naviganti riuscirono ad uscire dalla struttura. Da quel momento, il crocifisso è sempre rimasto lì.
Vicino a Ischia, e precisamente nel territorio della bella costiera sorrentina, ci troviamo di fronte a un vero e proprio gioiello di bellezza architettonica, incastonata perfettamente con la natura circostante. Stiamo parlando della magnifica “Chiesa della SS. Annunziata”. La chiesa si trova su uno strapiombo di 90 metri a Vico Equense, cuore della costiera sorrentina. La chiesa, tra l’altro, è stata cattedrale della diocesi fino al 1818. La chiesa della Santissima Annunziata è uno dei pochissimi esempi di architettura gotica della costiera sorrentina. La facciata, rifatta alla fine del XVIII secolo, è invece in stile barocco.
Piccole navi, accostate vicino la piccola piazzetta antistante la cattedrale di Molfetta, vicino Bari. Siamo in Puglia. Si sente il rumore dolce degli ormeggi. Le vele raccolte, sembrano uscire da un quadro di Monet, una certa idea impressionista del mirabile quadretto. Il mare, la salsedine, l’azzurro del cielo che si incontra – baciandosi, quasi – sul mare. L’attuale cattedrale di Molfetta, fu costruita dai padri Gesuiti nel corso del Seicento. Iniziata nel 1610 fu ultimata solo nel 1744 con la costruzione della facciata, su cui è in evidenza la statua a tutto tondo del santo fondatore dell’Ordine, Ignazio di Loyola. Stiamo parlando della “Cattedrale di Maria Assunta”. Con la soppressione della Compagnia di Gesù nel 1767 la chiesa rimase abbandonata, fino a quando, nel 1785, venne restaurata ed ampliata, divenendo così, la nuova cattedrale diocesana. Fra le opere custodite nella cattedrale, non possiamo non citare la “Dormitio Mariae” risalente al XVI secolo), e il monumento sepolcrale del naturalista e storico Giuseppe Maria Giovene, posto a sinistra dell'altare e, su questo, la magnifica tela raffigurante l’”Assunzione di Maria” di Corrado Giaquinto.
Una perla, quasi nascosta. Piccola ma ricca di fascino, e di storia. Tra le chiese più piccole ma spettacolari della Calabria, il “Cenobio bizantino della Cattolica di Stilo”, rappresenta uno degli esempi più alti dell’architettura sacra bizantina di tutta la regione. Il recupero del gioiello architettonico si deve a Paolo Orsi, sovrintendente per le Antichità della Calabria, che lo individuò nel 1911 e lo sottopose ad lungo restauro durato sino al 1927. All'interno la chiesa è divisa in nove quadrati uguali da quattro colonne di spolio. Vi si legge una antichissima iscrizione in greco, sul mistero dell'Epifania: "Dio il Signore apparve a noi". La “Cattolica di Stilo”, così denominata, sorge a dominio della valle del torrente Stilaro, detta anche Valle Bizantina per la moltitudine di reperti architettonici di questo periodo storico. Il magnifico cenobio bizantino oggi è meta costante di turisti provenienti da ogni dove e di gite organizzate.
Antonio Tarallo
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