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Lo spirito di Assisi, la preghiera per fermare le guerre nel mondo

l’anniversario è ricco di iniziative in Assisi e - ne siamo certi - fecondo di pace e di bene

di TONIO DELL’OLIO

Se la guerra torna bussare in tutta la sua drammaticità anche alle porte d’Europa, nel vicino Oriente, non si può che raccogliere ogni briciola di forza spirituale per chiedere al Dio della pace il suo dono più prezioso per le popolazioni curde del Nordest della Siria.



Nell’appuntamento di preghiera del 27 di ogni mese che parte da Assisi in memoria dello storico incontro del 1986 tra le religioni, il mese che segna la ricorrenza precisa dell’evento proposto ormai 33 anni fa, pone al centro il conflitto che investe quel territorio siriano e che rischia di allargarsi ad altre aree della regione.


«Uniamo le nostre forze – scrive l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino – affinché dai templi e dalle case dei credenti nell’unico Dio si levi la voce, umile e ferma, della preghiera, perché tutti gli uomini accolgano finalmente il dono della pace. La preghiera muova le coscienze ad aprirsi alla voce di Dio. Uomini e donne impegnati nei campi di battaglia lascino cadere le armi dalle loro mani e si aprano piuttosto all’abbraccio fraterno». E non è affatto una speranza velleitaria perché già il 27 ottobre 1986 avvenne che, almeno per quel giorno, le armi tacessero in tutti gli scenari di guerra.


Oggi semmai la preghiera chiede che ciascuno ascolti la voce di Dio che parla nella propria coscienza e di conseguenza rinuncia alla violenza. Pertanto se da un lato l’invito della Commissione spirito di Assisi chiede ai credenti delle diverse fedi di rivolgersi a Dio, nello stesso tempo accende una luce sul terreno del conflitto e invita alla conversione nonviolenta. Perché la guerra, oltre che funesta portatrice di distruzione e di morte, è uno strumento obsoleto che non dirime i conflitti ma li acuisce. Ci vuole più coraggio a lasciare la parola al dialogo e all’incontro, alla preghiera e all’amicizia tra i popoli. È per questo che l’anniversario è ricco di iniziative in Assisi e - ne siamo certi - fecondo di pace e di bene. A ciascuno il compito e l’impegno di non dimenticare di levare la voce per Dio e accogliere il dono che ci fa della pace.

Avvenire


TONIO DELL’OLIO

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