Lo zelo missionario dei martiri francescani in Marocco riecheggia ancora dopo otto secoli
La lettera del ministro generale dei Frati Minori
Questa lettera è di fratel Michael A. Perry, ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, al Custode del Marocco e ai confratelli che lì si trovano nell’anniversario degli otto secoli dei martiri francescani di Marrakech.
Caro fratello Custode, Fr. Manuel,
e fratelli tutti della Custodia del Marocco,
Che il Signore vi doni la sua pace!
Oggi commemoriamo l’anniversario degli 800 anni dei Santi Martiri di Marrakech, primi martiri dell’Ordine dei Frati Minori. Lo zelo ardente per il Vangelo e la speranza di trasmettere la Buona Novella di Gesù Cristo, dell’amore e della misericordia di Dio per il mondo e per ogni singola persona umana, sono stati il fulcro della missione intrapresa da questi cinque Frati dell’Ordine. Sappiamo che la loro morte ha ispirato molti giovani a unirsi all’Ordine. Primo fra tutti fu Antonio di Lisbona, in seguito conosciuto come il Santo di Padova, che entrò nell’Ordine con lo stesso ardente desiderio di vivere il Vangelo e di andare tra i musulmani e non credenti a condividere il messaggio di Gesù Cristo. È questo ardente desiderio di amore per Dio e per tutti gli esseri umani che ha ispirato e sostenuto la nostra presenza missionaria in Marocco negli ultimi 800 anni.
Questa occasione genera anche un serio invito a riflettere sulla natura dell’evangelizzazione missionaria alla luce dell’autentica libertà religiosa e dell’importanza dell’umiltà, di essere disposti ad ascoltare e imparare dagli altri attraverso il dialogo paziente e permanente e riconoscere in loro, specialmente nei nostri vicini musulmani (Cfr. CCGG 95, § 3), che loro sono davvero i nostri fratelli e le nostre sorelle. Un ulteriore passo verso questa comprensione più profonda di cosa significa vivere tra gli altri credenti e “non credenti” sarebbe per noi quello di studiare e integrare l’intuizione di san Francesco sulla libertà religiosa e le misteriose vie di Dio, che è al lavoro in ogni tempo, tra tutti i popoli e in tutte le circostanze della vita (Cfr. CCGG 93, §§1-2). Nel capitolo XVI della Regula non bullata, il nostro Serafico fratello ci fornisce un metodo per iniziare e continuare a vivere il Vangelo in modo radicale, e per condividere l’esperienza di ciò che significa entrare in una profonda e duratura esperienza con Dio e con gli altri:
I frati poi che vanno fra gli infedeli, possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. 6 Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio (1Pt 2,13) a e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio… (Rnb 16,43).
Queste parole furono scritte dopo gli eventi del martirio che commemoriamo oggi e ci forniscono una direzione specifica su come dobbiamo comportarci come missionari-discepoli del risorto il Signore Gesù. Inoltre, in un certo senso, anticipano anche la riflessione della Chiesa sulla natura della libertà religiosa contenuta in Nostra Aetate, paragrafo 1, dove leggiamo:
I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere umano su tutta la faccia della terra hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui Provvidenza, le cui testimonianze di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti finché gli eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce.
Oggi, noi Frati Minori ci impegniamo ad abbracciare il desiderio ardente di Francesco di condividere la sua esperienza dell’amore e della misericordia di Dio con gli altri, un’esperienza che lo ha portato ad abbracciare tutte le persone come fratelli e sorelle – figli di Dio e membri della stessa famiglia di Dio, chiamati a percorrere la via della santità, della giustizia, della pace e della bontà verso tutti gli esseri viventi.
Possa lo Spirito di Dio che si è mosso sulle acque della creazione, che ha suscitato santi Profeti, che ha mandato l’amato Figlio di Dio Gesù nel mondo, affinché tutti potessero condividere la dignità e la santità in cui sono stati formati e verso i quali tutti sono Destinati, guidare te tutti i Fratelli dell’Ordine ad “essere soggetti a ogni creatura umana per amore di Dio” (Rnb16). “Possa tu vivere in un’autentica umiltà di spirito, convinto del messaggio redentore di Gesù Cristo e impegnato nel camminare insieme sulla via della giustizia e della pace. Possa questa commemorazione dei Cinque Santi Martiri di Marrakech offrire a tutti i fratelli un momento in cui possiamo ringraziare e impegnarci a seguire le orme di nostro Signore Gesù Cristo.
Con i miei più sentiti auguri uniti alla mia benedizione, per voi tutti in questo giorno speciale, con il sostegno fraterno per il l vostro servizio alla Buona Novella di Gesù Cristo.
Roma, 16 gennaio 2019
Festa dei Santi Martiri di Marrakech
Fraternamente,
Fr. Michael A. Perry, OFM
Ministro generale e Servo. (Aleteia).
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