Metti un gruppo di studenti delle scuole francescane in visita dagli sciamani indios
Una missione nel Sud America con l'obiettivo di aiutare con la scolarizzazione le comunità locali
di Gelsomino Del Guercio
Una missione nel Sud America con l'obiettivo di aiutare con la scolarizzazione le comunità locali.
Dal Cile all'Ecuador le Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore "Provincia di Sant'Antonio" sono in prima linea anche con metodi innovativi nelle loro scuole.
Gli studenti del primo liceo della sede “San Francesco dell’Arcadia” a Quito, capitale dell'Ecuador, insieme ai loro insegnanti, hanno avuto l'opportunità di fare un viaggio culturale alla Provincia di Santo Domingo de los Tsáchilas. Questa è una delle 24 province che compongono la Repubblica dell'Ecuador, situata nel centro nord del paese, in una zona geografica celebre per la sua vegetazione, sui fianchi esterni della catena montuosa delle Ande occidentali.
I TSACHILA
Il gruppo indigeno Tsáchila, in precedenza era denominato i “Colorati”. Oggi Tsáchila, (che significa vero uomo o gruppo) o Santo Domingo ora è una Provincia chiamata Tsáchilas, nella quale vivono 7 comunità, che per la maggioranza si distinguono per il cognome di Aguavil e Calazacón, la lingua di costoro è il Tsafiqui e i loro abbigliamento si caratterizza per i colori.
LE GONNE "TUNDAS"
Nell’antichità, scrive la "Comunità “Virgen del Quinche” Quito-Ecuador", riportano gli uomini indossavano un perizoma e le donne coprivano soltanto le loro parte intima, lasciando il torso nudo. Attualmente la donna veste gonne chiamate “tundas”. I suoi diversi colori simboleggiano l’arcobaleno e il torso rimane coperto; gli uomini usano le “tundas” di colore nero misto al bianco, che rappresenta il serpente.
Gli uomini Tsáchilas portano i loro lunghi capelli dipinti di rosso, la cui essenza è estratta dal frutto di annatto, perché i loro antenati furono colpiti dal vaiolo che provocò a molti la morte.
LO SCIAMANO
Lo sciamano quando beve l'ayaguasca, comincia ad avere visioni, durante le quali scopre che, dipingendo tutto il corpo con annatto, gli uomini guarivano. Essi costatarono che mettendo in pratica quel rito, acquistavano la verità ed in onore dell’annatto portavano i capelli dipinti; mentre il corpo sia di uomini che de donne veniva dipinto: il viso, le braccia, le gambe con linee rappresentavano i fiumi; i punti rossi ricordano il vaiolo con cui furono colpiti i loro predecessori, mentre le linee curve richiamano le montagne.
Anche oggi gli uomini portano sulle loro teste un cerchio di cotone chiamato “mishily” dimostrando di essere uomini di pace.
CULTURA INDIGENA
La visita culturale per gli studenti si è dimostrata un arricchimento molto grande: essi hanno compreso l’opportunità di conoscere una cultura indigena, una delle tante esistenti in Ecuador che conserva ancora oggi le sue tradizioni e le sue credenze. Inoltre essi hanno condiviso le loro pratiche culturali, espresse nei loro vestimenti, hanno ascoltato la musica attraverso i loro strumenti musicali e altri.
L’Ecuador è un paese interculturale; la Costituzione e la legge organica dell'Educazione interculturale propongono di non perdere le loro tradizioni ancestrali, piuttosto di salvaguardare e promuovere la cultura.
LEGGI ANCHE: Ecuador. Gli indios Waorani salvano dal petrolio 200mila ettari di Amazzonia
Gelsomino Del Guercio
Commenti dei lettori
NON CI SONO COMMENTI PER QUESTO ARTICOLO
Lascia tu il primo commento
Lascia il tuo commento
la cripta
di San Francesco
Rivista
San Francesco