Noury, portavoce Amnesty International Italia: rispetto dei diritti
Di sicuro, non è possibile stabilire chi sia rifugiato e chi non lo sia sulla mera base del paese di origine.
di Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia
Dal punto di vista del glossario giuridico, un rifugiato è una persona fuggita dal suo paese per il timore fondato di essere perseguitata. Ha diritto a una procedura d’asilo che possa riconoscerle la protezione internazionale che il suo paese di origine non le concede. Un migrante è una persona che si sposta da un paese all’altro per vivere e di solito lavorare, per un periodo limitato o permanente.
Nella realtà, le differenze tra le due categorie di persone – seppur esistenti – sono maggiormente sfumate, soprattutto in un periodo nel quale le necessità di lasciare il proprio paese sono molteplici e spesso stringenti e il destino dei rifugiati e dei migranti si confonde e sovrappone nei centri di detenzione della Libia.
Di sicuro, non è possibile stabilire chi sia rifugiato e chi non lo sia sulla mera base del paese di origine. All’interno di gruppi nazionali come i nigeriani o i pachistani possono esservi persone che, sulla base della fede religiosa, dell’orientamento sessuale o di altri motivi, rischierebbero di subire gravi violazioni dei diritti umani se rimpatriate.
L’Italia riconosce protezione a circa la metà delle persone che approdano ogni anno nel paese (il totale degli arrivi è stato di oltre 177.000 nel 2016 e di circa 118.000 nel 2017, con una riduzione del 33 per cento dovuta all’attuazione degli accordi tra Italia e Libia per il contenimento delle partenze).
Quella metà è composta da persone provenienti da paesi in guerra come la Siria o la Somalia e da paesi dove si verificano regolarmente gravi violazioni dei diritti umani, come l’Eritrea. Per tutte le persone che ne fanno domanda, chiediamo che le procedure per la determinazione dello status di rifugiato siano eque e rapide, che l’accoglienza sia diffusa e rispettosa dei diritti e della dignità delle persone e che particolare attenzione venga riservata ai minori.
Per quanto riguarda i lavoratori migranti, chiediamo modifiche alle normative sugli ingressi, la massima tutela dallo sfruttamento e che sia finalmente abolito il reato di “ingresso irregolare”, che ha finora impedito l’emersione e la denuncia delle violazioni dei diritti umani da essi subite
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