Padre Enzo Fortunato, I due santi (italiani) delle festività natalizie
Per i due santi si trattava di portare già allora le periferie al centro dell’attenzione, come per Bergoglio oggi
di Enzo FortunatoGiuseppe Verdi affermava che il Natale non sarebbe più Natale senza i versi del “Tu scendi dalle stelle”, il canto natalizio italiano per antonomasia. Pochi sanno da chi è stato composto e dove. Scritto in 6/8 in lingua napoletana affinché tutti potessero capirne il significato. Deriva dal celebre “Quanno nascette Ninno” composta nel 1754 da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori traendo ispirazione dalla sua permanenza a Scala, il paese più antico della costiera amalfitana. Oggi vorrei portavi in questa terra martoriata da smottamenti, fragile e bella, anzi bellissima.
Venne pubblicata per la prima volta nel 1816 con il nome originale “Per la nascita di Gesù”, subendo varie riedizioni e modifiche. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e giurista, sacerdote nel 1726, si dedicò all’evangelizzazione dei derelitti, dei poveri, dei bisognosi recandosi anche oltre i confini campani per soccorrere le popolazioni della Puglia duramente provate da un terribile terremoto. Nel 1731, stremato dalla fatica e ammalato, per ordine dei superiori gli fu imposto un periodo di riposo ad Amalfi.
Ma il vicario di Scala lo invitò a riposarsi presso il romitorio di Santa Maria dei Monti, frequentato dai pastori ai quali egli si dedicò con amore e sollecitudine. Amava raccogliersi nella piccola chiesa nella quale vi era una statua della Madonna che è tutt’ora conservata, dopo un sapiente restauro, nella cappella del Convento dei Padri Redentoristi.
Il 9 novembre del 1732 nella cattedrale di Scala il nascente Ordine dei Redentoristi iniziava il suo cammino. Sant’Alfonso vi rimase per molti anni. Ed era solito recarsi in una piccola grotta non molto distante dalla Cattedrale, oggi chiamata proprio Grotta di Sant’Alfonso, per pregare. Qui riceve molte apparizioni della Madonna. In questo anfratto è possibile capire il motivo e la bellezza del canto natalizio. E’ possibile capire perché santi come Francesco d’Assisi e Alfonso del Liguori abbiano sperimentato tutta le tensione umana e spirituale per arrivare con la lingua volgare e con i gesti semplici al cuore della gente.
In questi giorni da Roma ad Assisi, dall’ultima chiesetta sperduta sulle Ande alle grandi e maestose cattedrali risuona questo canto tradotto in tutte le lingue del mondo. Così come con l’invenzione del presepe nel 1223 a Greccio, Francesco ha raggiunto case e chiese e uomini di buona volontà. Per i due santi umbro e campano si trattava di portare già allora le periferie al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica. L’azione di Bergoglio oggi è quella di continuare sulla scia dei santi.
Articolo pubblicato su Corriere.it
Enzo Fortunato
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