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Padre Fortunato: 'Riscuotere' i cuori degli uomini, 'scuotere' il cuore di Dio

Per san Francesco non è mai esistito un nemico da abbattere e da schiacciare ma una persona con cui confrontarsi

di Enzo Fortunato

Padre Enzo Fortunato: 'Riscuotere' i cuori degli uomini, 'scuotere' il cuore di Dio

Tale preghiera multireligiosa [...] si leva come un grido d’angoscia che dovrebbe riscuotere i cuori degli uomini e al tempo stesso scuotere il cuore di Dio”. Prendiamo questa affermazione dal volume del Cardinal Ratzinger “Fede, verità, tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo”, edito nel 2003 dalla Cantagalli a pochi mesi dallo storico incontro del 2002. Giovanni Paolo II convocò allora in Assisi i leader delle religioni mondiali dopo l’attentato alle Twin Towers.

Sono pagine dense dedicate allo “spirito di Assisi”. Colpiscono le espressioni “riscuotere i cuori degli uomini” e “scuotere il cuore di Dio” che ci fanno comprendere il motivo profondo di questa quarta convocazione alla luce dei terribili attentati che hanno colpito i credenti di diverse fedi, in modo particolare i cristiani. Si tratta di farsi pellegrini, di stare insieme, di dialogare nel rispetto delle proprie individualità. Si tratta di comprendere come questo pregare in diversi luoghi sia: “un processo dialogico in cui io parlo ad un Dio che è in grado di udire ed esaudire”.


È sempre il Cardinal Ratzinger che ci dice che deve essere una preghiera ad un Dio “persona”, vale a dire che può conoscere ed amare; che può ascoltarmi e rispondermi; che Egli è buono ed è il criterio del bene e che il male non fa parte di Lui. In ultima analisi Egli è il Dio della pace e della giustizia. La seconda indicazione è che questa preghiera è la percezione chiara di un Dio che è Padre nostro. Afferma infatti Ratzinger: “richieste che fossero in direzione opposta alle richieste del Padre nostro per un Cristiano non possono essere oggetto di preghiera interreligiosa”.

Questi incontri, infine, sono chiamati a far comprendere che non può essere offuscata la fede dei Cristiani nell’unicità di Dio ed in quella di Gesù Cristo, il redentore di tutti gli uomini. Di queste tre indicazioni la chiave che apre la porta che conduce ad Assisi è la percezione di una preghiera rivolta al Padre nostro. È infondo quest’ultimo il segreto della vita di Francesco che gli ha permesso di chiamare ogni cosa Fratello e Sorella, accettando ed accogliendone la diversità e l’unicità. Ecco perché per san Francesco non è mai esistito un nemico da abbattere e da schiacciare ma sempre un uomo, una donna, un giovane, un bambino, un anziano, tutti figli di Dio, di uno stesso Padre, fratelli; finanche la realtà creata come un albero, un cielo stellato, il sole, la luna, il fuoco, una foglia, che altro non sono che un rimando a Dio e di esso portano significazione.

Se l’uomo è d'amare, le cose sono da rispettare. È il cammino che ci attende, un cammino non a caso impegnativo, che ci conduce a togliere le lenti dell’egoismo per indossare le lenti di Dio. Di conseguenza siamo chiamati ad accostarci alle significative esperienze religiose dei popoli sapendo che in esse si nascondono o si velano “i semi del Verbo” come affermavano i Padri della Chiesa o come esortava il profeta Isaia che il Signore si ergerà su tutti i popoli per benedirli esclamando: “Benedetto sia l’Egiziano, mio popolo, l’Assiro, opera delle mie mani, e Israele mia eredità”. Ecco perché tutto questo ci conduce a pregare insieme per “riscuotere il cuore degli uomini” e “scuotere il cuore di Dio”.


Enzo Fortunato

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