Papa: il male è come un leone furioso, ma Gesù ci libera
Evoca la presenza del maligno che tende ad afferrarci e a morderci
La pervasiva presenza del male nel mondo e nel nostro stesso cuore: è a questa realtà che Papa Francesco dedica la catechesi all’udienza generale di oggi, completando la serie di riflessioni sulla preghiera del “Padre nostro” cominciata alcune settimane fa. Circa 20 mila le persone presenti in Piazza San Pietro, nonostante il tempo a tratti piovoso. La jeep bianca entra in piazza con a bordo, accanto a Francesco, otto tra bambine e bambini, tutti con un cappellino bianco e magliette blu o bianche su cui si leggono le quattro indicazioni del Papa riguardo all'immigrazione: "Accogliere, proteggere, promuovere e integrare".
Sono otto piccoli arrivati dalla Libia con il corridoio umanitario del 29 aprile scorso e su un barcone alcuni mesi fa. Di diverse nazionalità - tra cui Siria, Nigeria e Congo - sono attualmente ospitati con le loro famiglie nel Centro “Mondo Migliore” di Rocca di Papa e seguiti dalla Cooperativa “Auxilium”.
Una preghiera filiale, non infantile
Sette le domande contenute nel "Padre nostro", aveva detto lo scorso 27 febbraio il Papa, e oggi siamo arrivati all’ultima, quella che invoca: “Ma liberaci dal male”. Chi prega dunque, spiega Francesco, non solo chiede di non essere abbandonato nella tentazione, ma supplica la liberazione dal male. Riconosce dunque la presenza del maligno e la sua minaccia:
Infatti, la preghiera cristiana non chiude gli occhi sulla vita. È una preghiera filiale e non una preghiera infantile. Non è così infatuata della paternità di Dio, da dimenticare che il cammino dell’uomo è irto di difficoltà. Se non ci fossero gli ultimi versetti del “Padre nostro” come potrebbero pregare i peccatori, i perseguitati, i disperati, i morenti? L’ultima petizione è proprio la petizione di noi quando saremo nel limite, sempre. (Adriana Masotti - Vatican News)
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