San Benedetto, patrono d’Europa. Il significato della Medaglia
Il Santo di Norcia ha segnato il Medioevo europeo occidentale in maniera decisiva
di Antonio Tarallo
Fu Paolo VI, a proclamare San Benedetto, il 24 ottobre 1964, Patrono d’Europa. Il pontefice aveva ben in mente la meravigliosa opera svolta dal Santo – mediante soprattutto la Regola, denominata, appunto, benedettina – per la formazione della civiltà e della cultura europea. Con la sua Lettera apostolica “Pacis nuntius”, con queste parole, papa Montini, descriveva il famoso abate:
“Messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, e soprattutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in Occidente: questi i giusti titoli della esaltazione di san Benedetto Abate. Al crollare dell'Impero Romano, ormai esausto, mentre alcune regioni d'Europa sembravano cadere nelle tenebre e altre erano ancora prive di civiltà e di valori spirituali, fu lui con costante e assiduo impegno a far nascere in questo nostro continente l'aurora di una nuova èra. Principalmente lui e i suoi figli portarono con la croce, con il libro e con l'aratro il progresso cristiano alle popolazioni sparse dal Mediterraneo alla Scandinavia, dall'Irlanda alle pianure della Polonia. Con la croce, cioè con la legge di Cristo, diede consistenza e sviluppo agli ordinamenti della vita pubblica e privata. (…) Fu così che egli cementò quell'unità spirituale in Europa in forza della quale popoli divisi sul piano linguistico, etnico e culturale avvertirono di costituire l'unico popolo di Dio; unità che, grazie allo sforzo costante di quei monaci che si misero al seguito di sì insigne maestro, divenne la caratteristica distintiva del Medio Evo”.
Montini parla di unità spirituale, parla dell’importanza della cultura, ma anche dell’“aratro”, quindi di una cultura che comprende la grande tradizione agricola presente nell’Europa Medioevale. Il titolo di patrono d’Europa, dato da Montini (seppur già Pio XII, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vedeva in lui un padre dell’Europa), ci fa comprendere quanto importante sia stata la diffusione del monachesimo benedettino come “collante culturale”, nei secoli cruciali della storia europea, quelli immediatamente precedenti alle invasioni Longobarde, per capirci. Furono proprio i monasteri benedettini a divenire importanti baluardi della cultura europea, messa in pericolo dalle invasione longobarde. Nell’interessante volume “Religion in the History of European Culture” (Ed. Officina di Studi Medievali 2013 si può leggere una interessante ed esaustiva sintesi politica-sociologica di quanto il monachesimo di San Benedetto abbia contribuito alla formazione dell’Europa:
“Con la caduta dell’Impero romano d’Occidente (476) e con la successiva guerra gotica, protrattasi fino al 553 con la vittoria di Giustiniano, l’Italia subì danni gravissimi. Imperava lo sbandamento politico, carestie ed epidemie si susseguivano, l’agricoltura era gravemente colpita dalle devastazioni degli opposti eserciti. In questa drammatica situazione, un nuovo colpo alla sicurezza delle popolazioni italiche venne inflitto, poi, dall’invasione longobarda (568). Ora, in un momento di passaggio politico quanto mai cruciale, dove trovare punti di riferimento, non solo spirituali, ma anche sociali e materiali? Proprio in quel momento drammatico si irradiò da Subiaco l’istituzione monastica benedettina, che tanta fortuna ebbe nella sua formula, a tal punto da caratterizzare il Medioevo europeo occidentale in maniera decisiva, almeno fino ai tempi di san Francesco”.
La croce o Medaglia di San Benedetto
Ma c’è un altro lato del santo di Subiaco che a molti è conosciuto. Questa volta un po’ più per devozione popolare, potremmo dire: parliamo della famosissima Croce di San Benedetto, o Medaglia di San Benedetto. Cominciamo dalle “misteriose” lettere presenti nella medaglia. E’ una strana serie di lettere puntate, che rappresentano, in realtà, una preghiera in forma di acronimo. Sciogliendo l’acronimo, valido supporto mnemonico, si otterrà questa preghiera: Sancti Patris Benedicti (Croce del Santo Padre Benedetto); Sacra Sit Mihi Lux (la Santa Croce sia la mia luce); Drago Sit Mihi Dux (non sia il demonio il mio condottiero); Retro, Satana! (allontanati, satana!); Suade Mihi Vana (Non mi attirare alle vanità); Mala Quae Libas (sono mali le tue bevande); Venena Bibas (bevi tu stesso i tuoi veleni). Insomma, un vero e proprio esorcismo. Infatti, bisogna ricordare che la medaglia di San Benedetto è un sacramentale riconosciuto dalla Chiesa Cattolica con un grande potere.
E i sacramentali sono importanti segni nel cammino cristiano. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ci dice che “sono segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita” (CCC 1667). L’iconografia dell’oggetto religioso ci presenta sul fronte la raffigurazione di san Benedetto da Norcia in abiti monastici, reggente nella mano destra la Croce e nella mano sinistra un libro aperto, a rappresentare la Regola. Ai lati di san Benedetto sono ricordati due episodi significativi della vita del santo, simboleggiati da una coppa e da un corvo, riconducibili a due tentativi di avvelenamento operati ai suoi danni. L’altra faccia della medaglia, presenta la raffigurazione di una croce greca, sormontata dalla scritta “Pax” (“Pace”), motto della congregazione cassinese e poi dell’intero ordine benedettino. E ora un po’ di storia, seppur non è cosa del tutto facile, visto che l’origine è assai “misteriosa”.
L’origine e la diffusione della medaglia.
Baviera, siamo nel 1647. Nella località di Natternberg, alcune donne sono giudicate come streghe, e nel processo dichiarano che non avevano potuto danneggiare l'abbazia benedettina di Metten, perché protetta dal segno della Santa Croce. Si cercò allora nel monastero e si trovarono dipinte rappresentazioni della croce, con l'iscrizione di cui abbiamo parlato prima. Ma quelle iniziali misteriose non potevano ancora essere interpretate, fino a che, in un manoscritto della biblioteca, ritrovato nello stesso monastero di Metten nel 1414 e conservato oggi nella Biblioteca Statale di Monaco, si notò un'immagine di San Benedetto, con quelle stesse parole. Un manoscritto anteriore, del secolo XIV e proveniente dall'Austria, sembra essere stato l'origine dell'immagine e del testo. Papa Benedetto XIV approvò la medaglia nel 1742, e la formula della sua benedizione fu incorporata nel Rituale Romano.
Antonio Tarallo
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