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Santa Caterina da Bologna e il miracolo del corpo

di Gelsomino Del Guercio
Credit Foto - Wikipedia

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Chiesa del Corpus Domini di Bologna. Una figlia di Chiara d'Assisi riposa in quella chiesa come se fosse avvolta in un sonno profondo, immobile su una sedia. E' un caso unico quello di Santa Caterina da Bologna, clarissa con il corpo incorrotto, scomparsa nel 1463.  


Sin dal giorno della sua morte terrena, il 9 marzo di quell'anno, su quel corpo si verificarono fatti straordinari. Dopo 18 giorni dalla sepoltura - avvenuta senza bara come previsto dalla regola delle Clarisse Francescane - fu riesumata e trovata intatta e profumata, solo un po’ schiacciata sul volto e sul naso, che presto miracolosamente si ricomposero. 


SEDUTA E CON I SUOI ABITI


Dopo varie peripezie il suo corpo trovò una posizione soddisfacente che ancor oggi conserva nella sua cappella già dal 1529: incorrotta, senza alcuna maschera, seduta, visibile a tutti e non sigillata, come scrive Riscossa Cristiana. Ed in effetti, il caso di Santa Caterina è straordinario: seduta, vestita con i suoi abiti da clarissa, incurante dei secoli che passano. 


LA SEPOLTURA


Gli avvenimenti che fecero seguito al trapasso della Santa, furono descritti da una testimone oculare, la beata Illuminata Bembo, subentrata a Santa Caterina nell’ufficio di badessa del monastero Corpus Domini di Bologna:


«Allorché la fossa fu pronta e quando vi calarono il corpo, che non era racchiuso in una bara, esso emanava un profumo d’indescrivibile dolcezza, riempiendo l’aria tutto intorno. Le due sorelle, che erano discese nella tomba, mosse a compassione dal Suo viso bello e radioso, lo coprirono con un panno e posero una rozza tavola alcuni centimetri sopra il corpo, affinché le zolle di terra non la toccassero. Tuttavia la fissarono così goffamente che, quando la fossa fu riempita di terra, il visto ed il corpo furono lo stesso a contatto col terreno. Le sorelle venivano a visitare spesso la tomba, e notavano sempre il dolce odore che la circondava. Giacché non c’erano fiori, né erbe aromatiche accanto alla fossa, ma solo arida terra, esse si convinsero che il profumo proveniva proprio dalla tomba».


I MIRACOLI


Ben presto cominciarono i miracoli, ed alcuni malati gravi, che avevano visitato la tomba, furono guariti. 


«Nel frattempo, le sorelle si erano pentite d’averla seppellita senza bara, e si lamentarono con il loro padre confessore. Egli, uomo di gran senno, chiese cosa intendessero fare per porvi rimedio. Noi rispondemmo: Tirarla fuori, metterla in una bara e riseppellirla. Egli fu sorpreso da una simile richiesta, poiché erano già passati diciotto giorni dalla morte e quindi era certo dello stato di decomposizione del cadavere. Tuttavia, noi gli facemmo notare il dolce profumo, ed egli finalmente diede il permesso. Quando trovammo il corpo e ripulimmo il viso, notammo che era stato schiacciato e sfigurato dal peso della tavola di legno che vi era stata posta di sopra. Inoltre, scavando tre delle sorelle l’avevano danneggiata con la vanga. La ponemmo in una bara, e stavamo per riseppellirla, ma uno strano impulso ci spinse a sistemarla temporaneamente sotto il portale. Fu allora che il naso schiacciato e l’intero viso ripresero gradualmente la loro forma naturale». 


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LA PELLE CAMBIA COLORE E PROFUMA


La defunta divenne di colore bianco, bella, intatta, come se fosse ancora viva, le unghie non erano annerite ed emanava un odore delizioso. 


«Tutte le sorelle erano profondamente agitate; il profumo si diffondeva nella chiesa e nel convento, impregnando le mani che L’avevano toccata, e non sembrava esserci alcuna spiegazione. Dopo essere diventata abbastanza pallida, Ella cominciò a cambiare colore, diventando più rossa, mentre il Suo corpo cominciava ad emettere un sudore piacevolmente profumato. Passando dal pallore ad un colore d’ambra incandescente, Ella trasudava un liquido aromatico che a volte sembrava acqua limpida, ed a volte un miscuglio d’acqua e sangue. Piene di meraviglia e perplessità chiamammo il nostro confessore: la voce si era già sparsa in città ed egli accorse, accompagnato da un colto medico, Maestro Giovanni Marcanova. Essi osservarono da vicino e toccarono il corpo. Per lo spazio di tre mesi dopo la morte, le uscì dal naso uno scodellino di sangue».


IL PRODIGIO



UNGHIE E CAPELLI


Per più di settant’anni, le unghie e i capelli «crebbero come quelli di una persona viva ed erano regolarmente tagliati dalle monache addette. Ancora oggi, il corpo della santa trasuda un liquido trasparente che imbeve le vesti; perciò le suore devono cambiarla periodicamente e prendersi cura di lei. Esso rimane intatto, nonostante il colore nero della pelle (dovuto alle lampade ad olio e alle candele accese utilizzate durante i secoli per i vari riti liturgici) seduto sopra un seggio nella chiesa del Corpus Domini a Bologna». 


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Gelsomino Del Guercio

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