Cosa pensa il Vaticano dei francescani che operano a Medjugorje?
La relazione della Commissione teologica internazionale
Cura spirituale dei fedeli, celebrazioni religiose, accoglienza. Chi si è recato almeno una volta a Medjugorje avrà notato che queste attività sono gestite dai frati minori dell’Erzegovina.
La Relazione della Commissione teologica internazionale si è espressa positivamente su questi ruoli, che ormai da anni, è ricoperto dai francescani.
Cosa "integrare" e "potenziare"
I frati, si legge nella Relazione - pubblicata sul libro Dossier Medjugorje (San Paolo) a cura di Saverio Gaeta - assicurano a Medjugorje «una buona cura pastorale, che ha bisogno però di essere integrata e potenziata (se necessario con un maggior apporto anche di non francescani), sia per il numero degli addetti sia per le loro competenze».
Confessioni e Santa messa
Speciale importanza, sottolinea la Commissione, «hanno le confessioni sacramentali, che a Medjugorje avvengono in grandissimo numero. Vanno quindi aumentati i confessionali, garantendo le condizioni anche esterne per il rispetto del segreto».
La celebrazione della santa Messa «è vissuta in modo raccolto e devoto. Il grande numero di pellegrini che vi partecipano rende assai auspicabile un ampliamento delle dimensioni della chiesa parrocchiale. Anche l’Adorazione eucaristica e la recita del Rosario sono molto ben condotte e partecipate. Potrebbero però essere arricchite attraverso la lectio della Sacra Scrittura».
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La catechesi
La catechesi dei francescani è «molto ben condotta, in particolare dal punto di vista pedagogico. Dovrebbe tuttavia essere ulteriormente migliorata sia riguardo al significato dei pellegrinaggi ai santuari della Madonna e della pietà popolare mariana, sia per essere maggiormente adatta alle condizioni di coloro che “ricominciano” la loro esperienza cristiana e hanno bisogno che siano loro proposti gli aspetti e i contenuti fondamentali della fede».
Le offerte ai frati "trasparenti"
Le offerte che affluiscono alla chiesa parrocchiale e ai francescani «risultano gestite con la dovuta trasparenza e saggiamente ripartite. Sembra comunque opportuno, date le dimensioni assunte dall’afflusso dei pellegrini, organizzare più accuratamente la raccolta delle varie offerte e in particolare delle intenzioni delle Messe, sul modello di ciò che avviene nei più importanti santuari mariano».
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