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Duns Scoto e l'Immacolata Concezione

La devozione mariana francescana

Duns Scoto passa alla storia della teologia e dell’Ordine francescano per le sue testi in merito all’Immacolata Concezione, dogma che sarà poi solennemente proclamato da Papa Pio IX in quel famoso 8 dicembre 1854, a coronamento di una storia secolare di devozione popolare e dispute teologiche. La devozione popolare, il soprannaturale sensus fidei, venerava già Maria come madre “tutta pura” del Signore.

Da ciò, comunque, la teologia dibatteva su questo punto, fino a quando proprio Giovanni Duns, detto Scoto, insigne teologo francescano vissuto nel XIII e XIV secolo, divenne una pietra miliare, “punto di svolta” se vogliamo, per affermare la sua Immacolata Concezione. Originario della Scozia, egli studiò nella prestigiosa università di Parigi e insegnò teologia in Inghilterra, Francia e Germania. Fu detto il “Dottore sottile” per la finezza del suo pensiero che, in ambito teologico, ebbe come punto focale il Primato universale di Cristo.

Per poter affermare l’Immacolata Concezione di Maria Santissima, Scoto dovrà superare l’obiezione che veniva posta dai teologi suoi contemporanei; obiezione che - tra l’altro - era stata avanzata da Sant’Agostino: la Redenzione di Cristo, per essere perfetta, deve essere universale, ma se un solo essere umano è stato preservato dal peccato originale, allora la Redenzione di Cristo non è perfetta. Pertanto, la dottrina del tempo riteneva che la Madonna fosse stata santificata mentre si trovava nel grembo di sua madre, oppure alla nascita. Per superare tale ostacolo, Duns Scoto elaborò un argomento geniale: la cosiddetta “teoria della redenzione preventiva o preservativa”, secondo la quale anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una redenzione preventiva, prima e fuori del tempo, in previsione dei meriti del suo Figlio divino.

Le linee portanti dell'edificio teologico innalzato da Scoto furono messe ben in rilievo da Papa Paolo VI, nella lettera scritta in occasione del II Congresso della Scolastica a Oxford e a Edimburgo, nel VII Centenario della nascita del Beato Giovanni Duns Scoto (14 luglio 1966): “Lo spirito e l'ideale di S. Francesco d'Assisi si celano e fervono nell'opera di Giovanni Duns Scoto, dove questi fa alitare lo spirito serafico del Patriarca Assisiate, subordinando il sapere al ben vivere. Asserendo egli l'eccellenza della carità sopra ogni scienza, l'universale primato di Cristo, capolavoro di Dio, Re dell'ordine naturale e soprannaturale, al cui lato splende di originale bellezza la Vergine Immacolata, Regina dell'universo, fa svettare le idee sovrane della Rivelazione evangelica, particolarmente ciò che san Giovanni Evangelista e san Paolo Apostolo videro nel piano divino della Salvezza sovrastare in grado eminente”.

Un’antica iscrizione sulla sua tomba riassume le coordinate geografiche della sua biografia: “l’Inghilterra lo accolse; la Francia lo istruì; Colonia, in Germania, ne conserva i resti; in Scozia egli nacque”. Scoto nacque nel 1266 circa in un villaggio, che si chiamava proprio Duns, nei pressi di Edimburgo. Attratto dal carisma di san Francesco d’Assisi, entrò nella Famiglia dei Frati minori, e nel 1291, fu ordinato sacerdote. Vista la sua fama di santità, il suo culto si diffuse ben presto nell’Ordine francescano e Papa Giovanni Paolo II volle confermarlo solennemente beato il 20 Marzo 1993, definendolo “cantore del Verbo incarnato e difensore dell’Immacolata Concezione”. In tale espressione è sintetizzato il grande contributo che Duns Scoto ha offerto alla storia della teologia, della mariologia. Lui, Scoto, cantore della Bellezza di Maria.

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