Fra Daniele Grossule da consigliere comunale a sacerdote
La storia del frate cappuccino
Consigliere comunale, segretario di un partito politico…e ora frate cappuccino. Ne ha fatto di strada Fra Daniele Grossule, che il 17 settembre, nella chiesa di San Francesco dei Frati Minori Cappuccini di Varese, è stato ordinato sacerdote insieme a Fra Mattia Senzani.
SEGRETARIO DELLA LEGA
Il sacerdote francescano è originario di Vimercate e ha 48 anni. La sua vocazione è “passata” per la politica. Nel senso che è stato consigliere comunale a Vimercate nelle file della Lega, di cui è stato anche segretario della locale sezione.
DIACONO DAL 2015
Il cambio di vita è giunto dieci anni fa, come spiega Il Nuovo Torrazzo, quando, allora 38enne, indossò il saio dell’ordine del Francescani, pronunciando i voti perpetui di povertà, castità e obbedienza dopo un cammino incominciato addirittura nel 2006. È diventato diacono nel 2015 e in questa veste è approdato ai Sabbioni.
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PERCHE’ TANTI ANNI TRA LE DUE ORDINAZIONI?
“Da due anni - racconta - sono vicario nella parrocchia di San Francesco e San Lorenzo martire ai Sabbioni. Qualcuno si potrà chiedere come mai sono passati così tanti anni tra un’ordinazione e l’altra. Non è perché dovevo finire gli studi teologici, ma per una scelta personale. Perché volevo vivere appieno il mio essere diacono e non come un semplice passaggio obbligato in vista del sacerdozio”.
VOLONTARIO IN CARCERE
“Non ritengo però - prosegue il francescano - che questo sia stato del tempo perso. In questi sette anni ho potuto vivere il mio diaconato in vari ambiti: come volontario del carcere maschile di Venezia; poi come responsabile, per tre anni della mensa dell’Opera San Francesco per i poveri nel nostro convento di Milano. Inoltre, sono stato un anno nella nostra parrocchia di Como”.
LA FRASE CHE HA SCELTO
“Da gennaio – continua Fra’ Daniele – poi sono assistente spirituale del Gruppo di preghiera di Padre Pio nella nostra parrocchia dei Sabbioni. Come frase per la mia ordinazione, ma soprattutto per la mia vita da presbitero ho scelto Gv 15,16: Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga”.
“NON CI CHIAMA PERCHE’ SIAMO I MIGLIORI
“È importante ricordarsi che è sempre il Signore a prendere l’iniziativa - dice in merito alla sua vocazione - e che non ci chiama perché siamo i migliori. Siamo infatti deboli e fragili come tutti gli altri. La sua chiamata è unicamente un dono che non ci siamo meritati. Vi chiedo di ricordarmi nelle vostre preghiere”.
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