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Fra Vittorio Midolo, la mia sofferenza è stata una risorsa

E' morto all'età di 39 anni

E' morto all'età di 39 anni il francescano Fra Vittorio Midolo, originario di Sortino, nel siracusano. Fra' Vittorio aveva fatto il suo ingresso al noviziato il giorno in cui l’Ordine Francescano ricorda le Stimmate del Serafico Padre San Francesco, il 17 settembre 2005. Aveva emesso la professione temporanea il 19 settembre 2006, e la professione perpetua l’8 maggio 2010. Molto amato dai giovani, Vittorio Midolo viveva ad Augusta, dove era stato ordinato sacerdote il 22 ottobre 2016, scrive Ragusa News.

“GRATO PER L’ESPERIENZA COMPIUTA”
Fra Vittorio ha lasciato un testamento spirituale divenuto virale sui social network. Lo aveva scritto nel 2021.
«Io frate Vittorio, sacerdote, consegno queste mie parole a quanti, Fratelli e Sorelle, il Signore mi ha concesso di incontrare nella vita - scriveva nel testamento spirituale -, Il cammino dell’uomo è fatto di molti passi e ogni passo è custodito dalla Relazione con Dio e con i Fratelli. Sono molti i volti che ho incontrato lungo il mio cammino terreno e ogni volto è impresso nella mia mente e nel mio cuore, e per ognuno di voi sono grato a Dio per l’esperienza compiuta».

UNA GRANDE STORIA D’AMORE
La Vita, osservava il giovane frate, «è una grande storia d’Amore, amare ed essere amati sono le due ali che innalzano l’uomo verso alti orizzonti, se questo amore è totale e gratuito l’Uomo raggiunge l’Orizzonte Divino. Quante volte ho fatto esperienza di questo Amore, ricevuto e donato: l’Amore Materno di chi genera e accorda il suo respiro con la sua Creatura; l’Amore Paterno di chi sostiene e dà vigore nelle intemperie della Vita; l’Amore Fraterno e Amicale che riscalda il cuore e che talvolta ti affianca nel sostenere il peso della croce».

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IL PECCATO
Non di rado, aggiungeva Fra Vittorio, «il peccato ha segnato negativamente la relazione d’Amore con i Fratelli che il Signore mi ha donato: quante volto i miei occhi non hanno saputo accogliere l’Altro desideroso di Perdono, quante volte il mio cuore orgoglioso è stato incapace di chiederlo il Perdono, quante volte la mia lingua come spada affilata, ha ferito il Fratello inerme».

IL SALMO 50
Sono tante, affermava il francescano, «le mancanze di cui devo render conto a Dio e ai Fratelli. Sembra quasi che quando un uomo muoia, muoiano con lui anche i suoi limiti, sembra rispettoso o quasi doveroso parlar bene di chi è tornato alla Casa del Padre, forse lo si fa per alleviare il dolore e la sofferenza tuttavia con schiettezza e serenità vi dico: sono peccatore! E ve ne chiedo perdono; “Il mio peccato mi sta sempre dinanzi” (Salmo 50). Ma non mi scoraggio perché a fianco a me c’è Colui il quale il peccato l’ha vinto, il Cristo che donando la Sua Vita per me, mi ha salvato».

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DIO AUTORE E FONTE DI VOCAZIONE
Dio, «Autore e Fonte di ogni vocazione mi ha chiamato a vivere e a fare esperienza nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, domandomi Fratelli da custodire e amare. La sfida di vivere con chi non hai scelto, ma che ti è stato posto accanto, è difficile ma, vi assicuro, un’avventura esaltante, perché esaltante è rispondere in maniera totale al Progetto che Dio ha per Ciascuno di noi. E in questa grande avventura che è la vita, la sofferenza ne è parte integrante. Nella mia esperienza la Sofferenza è stata risorsa e maestra, e mi ha reso capace di assaporare gli attimi di eternità che la vita regala».



I CIRENEI DI FRA VITTORIO
Sono tanti, scriveva, infine, fra Vittorio, «“i cirenei” che mi hanno aiutato a sostenere il peso della sofferenza, ma il primo cireneo è stato il Signore che mi ha concesso di non perdere mai la speranza e il sorriso che porto scolpito sul volto. La mia anima possa trovare grazia al cospetto di Dio, le vostre preghiere ed il vostro affetto possano intercedere presso il Padre, e da parte mia vi assicuro le mie preghiere e la mia intercessione, in questa unica grande famiglia che è la Chiesa di Cristo, Chiesa terrena e Chiesa celeste».

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