Giovanni Paolo sulle orme di Francesco
Il cardinale Angelo Comastri – arcivescovo
e arciprete della Basilica papale di
San Pietro in Vaticano – fraterno amico
di Giovanni Paolo II e figlio spirituale di
Madre Teresa di Calcutta, fu una delle ultime
persone ad entrare nella stanza del
Papa la sera prima che morisse, per ricevere
la sua ultima benedizione.
Dal momento che questa intervista cade
nei giorni precedenti la beatificazione
di Giovanni Paolo II vogliamo chiederle,
lei che accompagnò con la preghiera
Giovanni Paolo II all'abbraccio con Dio,
come ricorda quei momenti?
Giovanni Paolo II amava intensamente
san Francesco, perché vedeva in lui
l'uomo del Vangelo puro, del Vangelo
eroico, del Vangelo senza compromessi.
E Giovanni Paolo II, in modi diversi ma
con identico cuore, ha camminato nella
stessa strada. Per me è indimenticabile
ciò che accadde il 30 marzo 2005: Giovanni
Paolo II, pur essendo gravemente
ammalato, volle a tutti i costi affacciarsi
alla finestra della sua camera per benedire
la folla che desiderava vederlo. Con
questo gesto egli donò se stesso fino all'ultima
briciola e gridò al mondo che la
gioia si trova soltanto donandosi e non
ingolfandosi nella ricchezza e nei divertimenti
(che lasciano sempre la bocca
amara).
Se dovesse oggi, con poche parole, sintetizzare
la figura di Giovanni Paolo II,
come lo descriverebbe?
Giovanni Paolo II è stato l'uomo del
coraggio: il coraggio di dire la fede in
Gesù... attraverso la salute e attraverso
la malattia. Una volta lo sconsigliarono
di fare un viaggio, perché, in quella
particolare nazione, temevano che ci
sarebbero state contestazioni. Ecco la
sua risposta: “Questo non è un motivo per
non andare, ma è un motivo per andare”.
E andò e annunciò il Vangelo e ruppe
il muro della diffidenza, lasciando un
indelebile ricordo.
Sa che Assisi è stata visitata molte volte
da Giovanni Paolo II. La città più visitata.
Cosa ricorda di quegli incontri?
Ogni volta che ho visto Giovanni Paolo
II in viaggio verso Assisi, ho visto in lui
l'uomo desideroso di immergersi sempre
di più nel Vangelo di Gesù, seguendo
le orme di Francesco. Giovanni Paolo II
aveva capito che l'uomo contemporaneo è smarrito, confuso, spiritualmente
malato. E sapeva e credeva che soltanto
Gesù può dare luce, gioia di vivere
e pace al cuore dell'uomo di oggi. Ma,
per raggiungere il cuore dell'uomo moderno,
abbiamo bisogno di ritrovare il
linguaggio esistenziale di Francesco di
Assisi, l'uomo che profuma di Vangelo!
Ecco perché il papa Giovanni Paolo
amava ritornare spesso ad Assisi.
Tutti riconoscono in lei una forte carica
spirituale, può donare ai nostri lettori
una preghiera a san Francesco?
Ecco una preghiera, che mi è tanto
cara:
O Francesco, l'orgoglio spesso ci allontana
da Betlemme; ma quando siamo lontani da Betlemme, siamo lontani anche da Cristo!
Tu, Francesco, amavi Betlemme non
per seguire una moda, né per contestazione,
né per ripicca, né per esibizione: Tu amavi
Betlemme, perché amavi Cristo nato a
Betlemme. Tu amavi Cristo: questo è il segreto
e la spiegazione delle tue scelte e della
tua vita.
Portaci a Betlemme, così come portasti Frate
Leone per le vie dell'Umbria e dell'Italia e,
durante il viaggio, gli apristi la tua anima
e gli indicasti la via della perfetta e vera letizia.
O Francesco, oggi il denaro è diventato un
idolo mostruoso: molti per il denaro uccidono
senza pietà in una guerra che non
ha tregua; molti per il denaro sequestrano
dei fratelli e talvolta anche dei bambini,
dimostrando una ferocia peggiore di quella
del lupo di Gubbio; molti per il denaro vendono
droga e distruggono giovani fiorenti e
meravigliosi, seminando disperazione in genitori
restati senza lacrime; molti per il denaro
vendono il proprio corpo, calpestando
la dignità e la bellezza di una vita creata e
pensata per l'altezza dell'Amore; molti per
il denaro...
Invece Tu hai scelto la povertà, hai amato
la povertà, perché hai capito che il Bene, il
Sommo Bene della vita è Gesù Cristo, nato
nella povertà di Betlemme per farci dono
della ricchezza dello Spirito Santo, che è
Amore, Amore vero, Amore pieno.
O Francesco, abbiamo tanto bisogno di ritornare
a Betlemme! Abbiamo bisogno di
ritrovare la pienezza della libertà, la gioia
di donare per camminare in questo mondo
verso i Cieli Nuovi e la Terra Nuova.
O Francesco, davanti alla Grotta di Natale
non vogliamo andarci con la pelliccia o
con il vestito all'ultima moda per depositare
uno spicciolo di egoismo. Vogliamo mettere
l'egoismo sotto i piedi e cominciare, finalmente,
a non fingere di fare il Natale, ma
a farlo veramente, con il cuore, insieme a
Te per seguire Cristo nella gioia dell'Amore
vero, nella festa dello Spirito Santo. Così sia!
Così sia il nostro Natale!
di Alessio Antonielli
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