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I Cappuccini Missionari di Milano: aiutiamo chi è senza lavoro

L'emergenza Covid ha fermato il progetto “Panificio St.Augustin” in Etiopia

La grande manifestazione benefica di maggio a Milano, «Pane in Piazza», nata tre anni fa per iniziativa dei Missionari Cappuccini di piazza Cimitero Maggiore 5 con la Famiglia Marinoni per finanziare un panificio industriale in Etiopia, quest’anno avrebbe dovuto sovvenzionare i giovani apprendisti locali dell’arte della panificazione, ma a causa del Coronavirus è stata rimandata al 2021. I ragazzi che si sarebbero dovuti alternare al forno in questi mesi di quarantena erano circa 25, con i relativi costi a carico del panificio per circa 14 mesi.

Il panificio industriale è destinato alla parrocchia St. Augustin di Dire Dawa, nella Diocesi di Harar. La popolazione del Vicariato di Harar è di 8 milioni di persone, per la maggior parte giovani senza un impiego. L’obiettivo del Progetto St. Augustin è dare lavoro ai disoccupati e fornire di pane i poveri e le istituzioni benefiche locali.

Così il Vescovo di Harar monsignor Angelo Pagano, Frate Cappuccino, ha avviato il progetto del panificio St. Augustin che dovrà avere una capacità produttiva di 3.000 quintali all’anno, necessaria per colmare parte dell’enorme divario fra domanda e offerta di pane e per sostenere le opere della Diocesi.

In due anni, grazie alle donazioni ottenute per lo più con «Pane in Piazza», sono stati formati nell’arte bianca in Lombardia due giovani etiopi – Tewodros e Abiy – ed è stato avviato un primo piccolo forno a Dire Dawa che assicura il pane a orfanotrofi e scuole della città, di ogni religione ed etnia.

«Pane in Piazza» nel 2019 aveva registrato 250.000 visitatori, grazie al servizio di 900 volontari di cui 225 fornai, 95 studenti delle scuole di panificazione lombarde e 200 giovani di un gruppo missionario milanese.

Teddy e Abiy in questi anni si sono mostrati pieni di iniziative e prima dell’epidemia si sbizzarrivano a produrre nuovi formati di pane e di dolci molto apprezzati dai clienti. Ora la diffusione del Covid-19 ha bloccato tutto.

Il movimento di personale lavorativo intorno a loro era di quattro collaboratori mensilmente stipendiati. I consumatori, oltre agli orfani e ai malati delle Suore di Madre Teresa di Calcutta, erano i lavoratori del Segretariato Cattolico, ora temporaneamente chiuso, i numerosi clienti che affollavano le strade intorno al negozio, gli orfanotrofi e le comunità religiose.

Per il panificio questa situazione ha costituito un pesante colpo al piano di sviluppo che consisteva nel 2020 nel passaggio alla seconda fase del progetto, quella di incominciare a insegnare le prime e fondamentali nozioni di panetteria sia agli orfani, sia a ragazzi e ragazze poveri della parrocchia. Infatti con l’inizio di gennaio tre volte alla settimana questi giovani passavano il pomeriggio al forno imparando a fare il pane sotto la vigile e fraterna collaborazione di Abiy e Teddy.

Adesso monsignor Pagano, insieme ai Cappuccini Missionari di Milano, lancia un appello: «L’epidemia ha avuto effetti catastrofici anche in Etiopia, condizionando la vita e il reddito di milioni di persone. Ora la produzione del forno St. Augustin è quasi completamente ferma. L’unica cosa che siamo riusciti a salvare è la fornitura di 1200 panini alle Suore di Madre Teresa di Calcutta per i pazienti che esse seguono nel loro centro sanitario e di assistenza di Dire Dawa. Noi comunque nel nostro piccolo non ci arrendiamo e cerchiamo di organizzarci in modo da non lasciarci trovare impreparati quando la situazione si normalizzerà e si potrà ripartire. In questi mesi stiamo insistendo presso il governo etiope perché ci dia l’autorizzazione sia a diventare una scuola a scopo benefico, sia a trovare un terreno più adatto dove poter costruire il nuovo complesso panificio/scuola per poter meglio realizzare il nostro progetto. In linea di massima l’attività del forno, pur nelle sue comprensibili difficoltà iniziali, si stava svolgendo bene e si erano già avuti dei progressi nell’insegnamento del mestiere ai nuovi candidati. Noi contavamo tanto sull’evento di quest’anno a Milano, ma come al solito non perdiamo la speranza. Pur essendo consapevoli delle difficoltà finanziarie che il nostro Segretariato Missioni Estere, insieme a tutti i benefattori italiani, stanno attraversando, siamo sicuri che la Provvidenza di Dio non ci abbandonerà e suggerirà a tutti come poter aiutare i nostri giovani poveri a coprire la spesa per il corso nel momento in cui potremo riaprire loro le porte della scuola/panificio».

I Frati del Centro Missionario di piazzale Cimitero Maggiore 5 a Milano coordinano l’attività di animazione missionaria della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Lombardia, che ha un centinaio di missionari presenti in varie nazioni dei diversi continenti: oltre all’Etiopia, Brasile, Costa d’Avorio, Camerun, Thailandia, Emirati Arabi, India. Per contribuire al Progetto St. Augustin: https://www.missioni.org/come-aiutarci/ specificando la causale Panificio Harar.

Nel frattempo, tutti i materiali raccolti da donatori (in particolare AIBI e Assitol) per Pane in piazza 2020 – olio, pelati, sale, scatolame, marmellate, zucchero, pelati, riso, farina, etc – sono stati recapitati ad associazioni e organismi caritativi del territorio che a causa del Covid-19 sono rimasti a corto di alimenti da distribuire ai bisognosi: Comunità il Molino, Caritas Brescia, Caritas Rozzano, Municipio 9. Ai reparti Covid di alcuni ospedali di Milano viene dato il pane, con il contributo di Molino Pagani.

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