I francescani non lasciano: 'Siamo pochi e vecchi ma continuiamo'
La situazione al convento di Pergine
«Siamo pochi e vecchi, ma proseguiamo la nostra attività senza ipotesi di chiusura»: questo il succo della risposta di padre Italo Kresevic, frate francescano responsabile del convento di Pergine da quest’autunno, quando il padre guardiano Pierluigi Svaldi assieme a padre Matteo Giuliani hanno lasciato la città per altre destinazioni.
Una risposta che vuole mettere a tacere le «chiacchiere» che, sotto Natale, si sono diffuse sul futuro del convento, tanto da paventare che le festività natalizie di quest’anno sarebbero state le ultime ad essere celebrate al convento. Nulla di più falso, secondo padre Italo: è vero che i francescani rimasti sono solo 6, e abbastanza in là con l’età (il frate scrive proprio «vecchi», ma vista la verve della sua risposta non sembra opportuno usare lo stesso termine), ma è altrettanto vero che l’attività che ruota attorno al convento non è diminuita.
Il vescovo Lauro Tisi, intervenendo a Pergine in un’assemblea parrocchiale nell’ottobre scorso, aveva dato come limite temporale il triennio che si conclude nel 2022 come l’ultimo che avrebbe visto la presenza fissa e stabile dei frati francescani a Pergine; stesso periodo supposto anche da padre Svaldi poche settimane prima, quando era in partenza per il Veneto. Tutto questo perché la scarsità di vocazioni colpisce sempre più anche le comunità religiose, e anche in un’ottica riorganizzativa della Provincia del Nord Italia dei Frati Minori.Ma se sarà inevitabile arrivare a questa «rivoluzione» per la città, niente è così imminente: anzi l’attività è in fermento.
«Stiamo portando avanti - scrive padre Italo, smentendo appunto le notizie di una chiusura imminente del convento - il lavoro pastorale a Borgo, Pergine, Trento, alle due case di riposo, all’ospedale Villa Rosa, alle case di cura per malati psichici, a diverse fraternità dell’Ordine Francescano Secolare, due messe quotidiane, quattro nelle festività. Uno dei frati svolge sul territorio un lavoro di sostegno a persone in difficoltà e si sposta con la moto. Curiamo la casa, l’orto, le galline, le api. Per dei vecchi, niente male direi».
Qualche cambiamento, prossimamente, riguarderà forse gli orari delle messe, per evitare sovrapposizioni con quelle celebrate in parrocchia. Si tratterà, in futuro, di capire come gestire il futuro del grande immobile (1,3 ettari fra edifici e terreno): ma anche in questo caso padre Italo precisa che al momento non ci sono proposte o decisioni.
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