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I santi francescani che hanno cullato il Bambino Gesù

Il Bambino Gesù e il suo sorriso; nulla di più dolce e intimo; lo vediamo nel Presepe, ogni anno; lo immaginiamo nella nostra testa e nel nostro cuore. Quando facciamo il Presepe si ritorna, in fondo, un po’ bambini e l’immaginazione del cuore corre su un filo che si chiama tenerezza, dolcezza. Corre, come corrono i pastori chiamati dagli angeli.

La scena è così composta: la Vergine culla il Bambino, e Giuseppe, con occhi socchiusi, assiste alla scena; poco dopo, anche lui, avrà tra le braccia il Piccolo Gesù. Viene naturale, allora, chiedersi: chissà quale emozione ha provato quel padre che cullò per primo il Figlio di Dio? Ma anche altre aureole hanno avuto questo dono, quello di cullare tra le braccia il Bambino. E, molte di queste, sono “aureole francescane”.

Ma chi sono i santi francescani che hanno cullato il Piccolo Re dei re? Commoventi sono i racconti che vedono protagonisti: Sant’Antonio da Padova, Padre Pio e San Francesco di Assisi. Secondo quanto riportato nel “Libro dei Miracoli”, un giorno del maggio 1231 (il santo morirà il 13) il frate fu ospitato dal conte Tiso in una casa a Camposampiero, località nei pressi di Padova. La tradizione narra che in questo luogo ebbe la famosa predica del Noce e qui, si ritirava per pregare e riposare; e sempre qui, Antonio, ebbe la visione del Bambino Gesù. Poco prima di morire, Antonio volle di ritirarsi in preghiera a Camposampiero, vicino a Padova, nel luogo che il conte Tiso aveva affidato ai francescani, nei pressi del suo castello. Camminando nel bosco, Antonio nota un maestoso noce e gli viene l’idea di farsi costruire tra i rami dell’albero una sorta di celletta.

Il nobile Tiso fa costruire per il santo quanto richiesto: Antonio passerà qui le sue giornate di contemplazione, rientrando nell’eremo solo la notte. Una sera, il conte si reca nella stanza dell’amico, quando, dall’uscio socchiuso, vede sprigionarsi un’intensa luce, splendida, sfolgorante; pensa che sia un incendio e, allora, apre la porta: resta immobile davanti a una scena che ha dell’incredibile; Antonio stringe fra le braccia Gesù Bambino.

“Una luce invase il convento e il Bimbo Gesù apparve tra le braccia del Santo”: così Padre Agostino da San Marco in Lamis descrive le apparizioni di Gesù Bambino nelle braccia del suo confratello Padre Pio da Pietralcina. Dalla fine del mese di ottobre del 1911 fino al 7 di dicembre Padre Pio dimorò nel convento di Venafro. Qui si ammalò e secondo la testimonianza di Padre Agostino da San Marco in Lamis, fu oggetto di varie manifestazioni diaboliche e parecchie estasi. Proprio in una di queste estasi, apparve a Padre Pio, Gesù Bambino.

Un’altra apparizione del Piccolo Gesù avvenne la notte del 20 settembre 1919; a raccontare il prodigioso evento è stato Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi che vide Padre Pio tutto illuminato di una luce splendida; lo vede recitare alcune preghiere con Gesù Bambino tra le braccia.

Una terza apparizione avverrà alla vigilia del Santo Natale del 1922. Altro santo francescano che ebbe l’onore, la grazia di tenere in braccio il piccolo Gesù è proprio San Francesco di Assisi. L’episodio è narrato nelle “Croniche degli ordini istituiti dal Padre San Francesco” scritto da Marco da Lisbona (1557): il testo raccoglie tutte le leggende e gli aneddoti, “ufficiali” e “non ufficiali” del santo d’Assisi. L’episodio mistico ha per protagonista Francesco e un giovane frate.

Ma leggiamo l’episodio così come è narrato nel citato libro: “Andando una volta da un Monastero ad un altro, gli fu dato per compagno un Frate giovanetto non molto timorato di Dio; a tal che ricreati che furono nel Monastero ove andorno, se n’andò il Santo prima de gli altri tutti a riposare, per potersi levar poi a orar nel primo sonno de gl’altri, si come era suo solito di fare, e il compagno restò con gli altri Frati, a mormorar del benedetto Padre; dicendo, che mangiava, beveva, e dormia molto bene, e ch’era poi riputato Santo. Et però si risolse di andar a vedere, se si levava la notte (come quei Frati gli risposero) ad orare, e a questo fine, non dormì mai la notte; quando ecco che sente il Padre nella seconda vigilia levarsi, e avviarsi al bosco, la dov’egli il seguì dietro pian piano. Et giunto che fu il Santo al luogo, che migliore gli parve, postosi in ginocchioni, cominciò mandar fuori i suoi accesi sospiri, e le sue sante infocate parole, pregando grandemente la Madonna, che gli mostrasse il suo dolce Figliuolo, tale quale ella al mondo il partorì. Qual oratione fatta, vidde il Frate che apparve la Madonna, in un chiarissimo lampo, e arrivata là, dove era il Santo, gli diede con maravigliosa benignità il suo figliuolo in braccio; qual il santo pigliando (e ringrationdola) teneramente l’abbracciava, e strengeva, e basciava, e durò questo con infinito contento, e contemplatione del Santo, infin vicino all’alba”.

Immagine tenerissima: la Mamma Celeste che condivide con il “figlio” san Francesco la gioia del Figlio di Dio, il Bambino Gesù.

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