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Il Battesimo di Francesco, la storia del fonte battesimale del Santo

La vita è fatta di simboli che segnano in maniera indelebile l’esistenza quotidiana di ciascuno.   A volte non facciamo caso a tutto questo. Passano, vivono in noi e attorno a noi così semplicemente che non focalizziamo l’attenzione su di essi. Eppure, ognuno di noi ha fatto quella che potrebbe definirsi l'“esperienza del simbolo”. È fin dalla nascita che ci troviamo di fronte a questa realtà: per la comunità cattolica, uno dei simboli più importanti, quello che dà inizio al cammino cristiano, è il Battesimo. È la fonte di tutto.  In queste domeniche post-lock down covid stiamo vedendo le chiese rivivere la gioia di alcuni sacramenti come Battesimi, Comunioni, Cresime. Un ritorno alla vita normale. O quasi. Ovviamente sempre con le dovute cautele dettate dalla legge. Ed allora che il pensiero volge a San Francesco, anzi al piccolo Francesco, o ancor meglio: al neonato  Giovanni di Pietro di Bernardone. Come sarà stato il suo, di Battesimo? Cerchiamo, allora, di fare un passo indietro nella Storia e in maniera immaginaria ci trasferiamo nel 1226, ad Assisi. 

Se entriamo, oggi, nella Cattedrale di San Rufino, appena varcata la soglia, a destra, veniamo rapiti da una fonte battesimale. E’ la fonte in cui il Padre serafico e la sua pianticella, Chiara, ricevettero il sacramento del Battesimo. Qui, secondo la tradizione, sarebbe stato battezzato anche l’imperatore Federico II di Svevia e successivamente, nel XIX secolo, ricevette sicuramente il sacramento San Gabriele dell’Addolorata, originario di Assisi. Probabilmente la posizione odierna del fonte non è quella in cui esso si trovava nell’ultimo quarto del XIII secolo. All’epoca della nascita di Francesco la Cattedrale di San Rufino era ancora in costruzione.  È, dunque, verosimile, che il fonte battesimale, costituito da una semplice colonna di pietra scavata, fosse situato in prossimità dell’ingresso.  Al famoso fonte sono legate due tradizioni: una, riportata anche da Monsignor Landi nel 1844, vuole che “chiunque venga battezzato in questo fonte mai possa contrarre la lebbra”.  L’altra, legata ad un misterioso pellegrino che tenne Francesco a battesimo, ci viene narrata nella  “Historia Serafica della vita e dei miracoli del Serafico Padre S. Francesco”, testo del  1645. Leggiamo cosa ci viene narrato: 

Fu già costume in Umbria (come in altri paesi ancora) differire il Battesimo (massime de’ Primogeniti, di personaggi illustri) fin all’ottavo giorno. Per lo che il signor Pietro, tanto per il detto uso, e costume, come per esser, quando la Signora sua consorte partorì, assente, e fuor d’Assisi, non volle si battezasse prima. Essendo dunque con ricca e splendida solennità portato il fanciullino alla Chiesa Cattedrale di S. Ruffino per esser battezato, trà via si trovò un Pellegrino, il qual vedendo entrar la comitiva, che l’accompagnavano, s’offerì di voler esser egli il Compadre, e tener a battesimo quel figliuolino, il che gli fu concesso, e terminata la sacramental funzione, subito, il Pellegrino sparve, lasciando impressa la forma, e figura de’ ginocchi nel marmo, ove stette genuflesso,& il marmo suddetto anco al presente si vede guarnito con una grata di ferro. Conservasi quell’istesso fonte dove il nostro santo Padre, e la santa Madre Chiara furono battezati, nella stessa Cattedrale d’Assisi, con questa iscrittione: Questo è il fonte dove fu battezato il serafico padre San Francesco. Fù dunque un Angelo il Padrino del Serafico santo Padre; e si può creder piamente, che fosse il suo Custode, e quell’istesso, che fece portar la madre alla stalla, e quel medesimo, che gl’impresse il Thau, nella spalla: di che sia sempre lodato, e glorificato quel Dio, che tant’honora i suoi più fidi servi. Il nome con cui fù chiamato nel Battesimo dalla Madre, fù Giovanni, e Francesco dal Padre; si che Giovan Francesco venne à dirsi”.

Ancora oggi, quel fonte battesimale è in uso. Ma non solo: migliaia di pellegrini ogni anno, con fede, vogliono rinnovare dinnanzi a questo le proprie promesse battesimali. San Francesco continua a vivere nello Spirito. E, nello spirito di ognuno che giunge ad Assisi. 

 

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