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Il cuore francescano per i neonati: la 'Culla per la vita' diventa termica

Al convento dei frati minori di Monopoli, una struttura per accogliere gli orfani

È stata acquistata con il ricavato della "Quaresima di carità" delle comunità parrocchiali della diocesi di Conversano-Monopoli, la nuova culla termica che si trova presso il Convento di San Francesco da Paola di Monopoli. La “culla” è una struttura moderna, sicura e tecnologicamente all’avanguardia, ideata per permettere di “abbandonare”, in un luogo protetto, i neonati da parte delle mamme in difficoltà.

PERCHE' SI ABBANDONA UN NEONATO

La utilizzano perlopiù mamme disperate, che in un barlume di ragione, anziché abbandonare vicino ad un cassonetto della spazzatura il proprio figlio, come purtroppo talvolta accade, decidono di lasciarlo vivere. L’abbandono è dettato dalle più disparate situazioni, si va del compagno violento che non accetta il nascituro, alle gravidanze nascoste fino all’ultimo ai propri cari, alle mamme indotte alla gravidanza per poi rivendere gli organi del neonato.
In altri casi è semplicemente la conseguenza della condizione psicologica di una mamma che si sente totalmente incapace di occuparsene o la causa di una situazione di estrema povertà o degrado

I FRATI DI MONOPOLI

La presenza di queste "culle" è ormai diffusa in tutta Italia. A Monopoli l'hanno attivata da oltre due anni i francescani del Convento dei Frati Minori, che ricordano ancora oggi il caso della tragica storia di una bambina abbandonata in spiaggia a Monopoli nel febbraio del 2017 e lì ritrovata senza vita. Evento che ha portato un frate minore, Padre Miki Mangialardi, a realizzare nel dicembre dello stesso anno una “Culla per la Vita” presso il convento dove risiedeva, nella cittadina in provincia di Bari. Il 26 febbraio 2018 proprio il cellulare di Padre Miki ha iniziato a vibrare, era l’APP collegata alla culla per la vita. Vi è stato lasciato nella tarda mattinata il primo neonato. Si chiama Emanuele ed è stato già adottato.

IL SENSORE NELLA BOTOLA

Oggi, a chi lo intervista come agendadigitale.eu, ancora visibilmente commosso, il frate racconta: «Ho attivato il dispositivo e mediante la telecamera posta nella botola ho visto il piccolo corpicino, ho immediatamente attivato i soccorsi. Nella botola abbiamo installato un sensore, fino a quando la mamma non ritrae le proprie braccia, la botola non si chiude». La speranza è quella di permettere fino all’ultimo alla madre di riprendere con sé il bambino. L’abbandono attiverà infatti le procedure per l’adozione del piccolo. Ovviamente ancora oggi nessuno sa chi sia la madre biologica di Emanuele.

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