Il matrimonio "francescano"
Verso l’incontro mondiale delle famiglie.
Famiglia, giovani coppie di fidanzati, matrimonio: tematiche alla ribalta dell’agenda della Chiesa grazie al decimo incontro mondiale delle famiglie a Roma, alla presenza di Papa Francesco. La famiglia, nucleo principale e fondante della nostra società. E, si sa, prima che due diventino famiglia, il tutto passa per un “sì” di un uomo e di una donna davanti a Dio. Quel momento, indimenticabile per ognuno, ha un nome: matrimonio, il termine è più che conosciuto, ovviamente. L’immaginario collettivo, così, si apre a tanti fotogrammi, sensazioni e sentimenti, luci e fiori che hanno creato in quel momento così particolare lo “spazio” in cui vivere l’inizio del meraviglioso viaggio a due, in quella barca chiamata Dio, Cristo.
Ma forse, pochi sanno, che fra i vari “modelli” di matrimonio, ne esiste uno, del tutto e per tutto “francescano”. Sia chiaro: l’aggettivo potrebbe indurre molti in inganno, pensando magari a due sposi in saio. Nulla di tutto questo. Anche perché nel matrimonio “francescano” c’è appunto tutto tranne quella che potrebbe essere definita “scenografia”.
“Sei tu il mio pastore non manco di nulla”, così recita il salmo ventidue. È da questa considerazione che si parte per l’organizzazione del matrimonio francescano: si parte dal sacramento. Poi, viene la preparazione della Santa Messa che diviene vera e propria Mensa con il Signore: un banchetto a cui sono invitati testimoni e parenti, amici. È spezzare il Pane di Vita nella gioia, nella condivisione, con canti di lode; il ringraziamento nel canto lo ha insegnato proprio il santo d’Assisi, in fondo; e il Cantico delle Creature ne è una prova ben evidente. Il matrimonio francescano porta in sé il meraviglioso frutto di Francesco d’Assisi: rendere partecipi alla gioia del “sì” tutti coloro che hanno rappresentato o che rappresentano importanti tappe del cammino di ognuno. Fraternità, altro termine cardine: vedere nell’altro il proprio fratello, specchio, riflesso dell’Amore di Dio per ogni creatura.
La sobrietà del rito e della festa, questo uno degli elementi più importanti. Essential, come si direbbe in linguaggio moderno. Una essenzialità che non vuol dire - sia chiaro - ristrettezza. La gioia, si sa, non è mai quantificabile né tantomeno misura “a difetto”. Si tratta, alla fine, di un matrimonio che non è espressione solo di un giorno, quello della cerimonia, ma di un precipuo stile di vita basato sul Vangelo, seguendo le meditazioni di Francesco e Chiara. Un percorso che dura tutta la vita e che parte dall’incarnare nel matrimonio quello che i francescani consacrati - in diversa maniera, naturalmente - vivono nella loro esperienza.
Celebrare un matrimonio in franciscan style, in realtà non comporta nessuna differenza pratica con quello canonico, definiamolo così. È più un sentire profondamente l’eredità che San Francesco d’Assisi ci ha lasciato e metterla “in pratica”: al centro Dio, prima di ogni cosa. Il santo d’Assisi ha realizzato ciò con il suo “sì” - pieno e profondo - nel vestire il saio; gli sposi in quel dire “sì” ad una vita a tre, con Dio, divenendo così famiglia. Vocazioni che s’incontrano e s'intrecciano, giungendo a un unico porto, quello di Dio.
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