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Il miracolo della guarigione di quattro siciliani in fin di vita

L'evento attribuito a San Francesco nel Trattato dei Miracoli

Guariti miracolosamente dopo che erano stati in fin di vita e sembravano ormai spacciati. Sono iprotagonisti delle guarigioni straordinarie attribuite a san Francesco d’Assisi in Sicilia. Quattro storie da brividi che testimoniano la devozione per il santo di Assisi e la forza della sua intercessione, alla presenza di numerosi testimoni.

I TRE MIRACOLI A PIAZZA
Il primo miracolo è avvenuto in un borgo denominato Piazza, scrive Tommaso da Celano nel “Trattato dei Miracoli”. In quel borgo già si celebravano i dovuti riti per l'anima di un giovane. Ma,dopo che uno zio ebbe offerto un voto a san Francesco, per intercessione del Santo il giovane fu richiamato alla vita dalle soglie della morte.



Nello stesso borgo, un giovane di nome Alessandro, mentre tirava una fune con dei compagni sopra un profondo precipizio, la fune si spezzò ed egli precipitò dalla roccia e fu raccolto ormai morente. Suo padre, piangendo, lo offrì al Santo di Cristo, Francesco, ed ottenne la grazia di averlo ancora sano e incolume.

Ad una donna dello stesso paese, ammalata di tisi, ormai ridotta agli estremi, venne impartita l'estrema unzione. Ma, dopo che i presenti ebbero invocato il santissimo padre, essa improvvisamente guarì. E’ questo il terzo miracolo in Sicilia, compiuto da san Francesco, su persone strappate alla morte.

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LA GUARIGIONE DI MONTE SAN GIULIANO
Mentre due persone si avvicinavano assieme a Monte San Giuliano (Trapani) per i loro affari, una di esse si ammalò sino ad essere in pericolo di morte. I medici chiamati a curarlo, accorsero, ma non riuscirono a farlo star meglio. Il compagno sano, allora, fece voti a san Francesco e promise che, se il malato fosse guarito per i meriti dei beato padre egli avrebbe osservato la sua festa annuale assistendo alla Messa solenne. Formulate così le sue promesse, tornato a casa, trovò ristabilito colui che aveva da poco lasciato senza voce e coscienza, e che temeva fosse già morto.

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