Il predicatore francescano famoso per i suoi sermoni quaresimali
Le spoglie di Fra Roberto Caracciolo saranno traslate il sette marzo
C’è un predicatore francescano che ebbe una popolarità assoluta nel quindicesimo secolo per i suoi sermoni quaresimali. Non stiamo parlando di un frate ben noto, come Sant’Antonio o San Francesco, ma di un francescano di cui si parla ancora troppo poco. E’ frate Roberto Caracciolo, salentino, di cui domenica 7 marzo, saranno traslate le spoglie nella chiesa di Sant’Antonio a Fulgenzio di Lecce.
IL “NOVELLO PAOLO”
L’evento è promosso in occasione del 550° anniversario (1421/2021) del primo sermone quaresimale del vescovo conosciuto come il “novello Paolo”, che richiama all’Apostolo delle Genti, uno dei predicatori più famosi nella storia della Chiesa.
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I QUARESIMALI A TODI
Roberto Caracciolo nasce a Lecce nel 1425, dove studia prima dai frati di S. Francesco della Scarpa e poi nel convento di Santa Maria del Tempio. Nel 1448, scrive agensir.it, si fa notare come predicatore con i Quaresimali nel convento di Todi, componimenti in volgare che a Perugia vengono recitati da vari personaggi per rappresentare le scene della Passione.
DA OSSERVANTE A CONVENTUALE
Predicatore a Roma e nella cerimonia di canonizzazione di San Bernardino da Siena (suo “maestro” di cui ha studiato l’arte oratoria) nel 1450, la fama della sua parola lo porta a Bologna, Padova e Milano, dove sostituisce Giovanni da Capestrano con la benevolenza degli Sforza. Svestiti gli abiti dell’Osservanza per prendere quelli di Conventuale, il “novello Paolo” tocca diverse città e corti dell’Italia rinascimentale, tra le quali quella di Cosimo De’ Medici.
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LA DEDICA A SAN BONAVENTURA
Nel 1475 è nominato vescovo di Aquino da Sisto V, e cinque anni dopo torna a Lecce a seguito del Duca di Calabria per la battaglia di liberazione di Otranto. Nel 1481 assiste alla canonizzazione del francescano San Bonaventura, al quale dedica il Quadrigesimale che redige nel 1482 proprio a Lecce, città dove viene trasferito il 22 febbraio 1484.
CONOSCIUTO IN TUTTA EUROPA
Copie dei suoi “sermonari” sono redatti a Colonia, Strasburgo, Norimberga, Anversa, Lione e Parigi. La sua ricchissima produzione influenza anche la pittura rinascimentale, dando nuovo modo di intendere il tema dell’Annunciazione. Muore a Lecce, nel convento di San Francesco della Scarpa, il 6 maggio 1495.
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