L'incontro tra San Francesco e Santa Chiara
Chiara aveva solo 19 anni e voleva fermamente entrare nel progetto di Francesco
Articolo di padre Enzo Fortunato per Aleteia
Chiara, prima dell’incontro con il giullare di Dio, non sembra avere troppo in comune con quella del giovane Francesco. Le origini familiari sono differenti: il padre di Francesco era un mercante, quello di Chiara un nobile. La famiglia di Francesco apparteneva al gruppo dei minores, mercanti che dell’intraprendenza facevano lo scudo di un successo lontano dal privilegio del sangue; il padre di Chiara, Favarone di Offreduccio, faceva parte di quel gruppo dei maiores, i nobili, incaricati del governo della città.
Distanti ma vicini
Nel 1202 o nel 1203 avviene l’intreccio che cambierà per sempre le loro vite. Francesco combatte a cavallo, nei pressi di Perugia nella battaglia tra gli homines populi – gli uomini del «popolo», i futuri minores – e i boni homines, i futuri maiores. Francesco, con gli uomini del popolo, perde quella battaglia e finisce in prigione a Perugia per un anno.
Chiara ha all’epoca otto o nove anni – elemento che smentisce categoricamente una relazione amorosa tra i due che tanto è piaciuta a certa filmografia e letteratura romanzata – e, nonostante la famiglia sia assisana, si trova a Perugia. La sua famiglia, nobile, non si era sentita sicura ad Assisi e aveva trovato scampo proprio a Perugia, dove era rimasta fino al 1205. Qui la piccola Chiara sta anche con le sorelle.
La fede di mamma Ortolana
Chiara, come ho riportato anche nel mio libro “Francesco il ribelle” è molto legata alla madre Ortolana, donna di fede e madre di famiglia che compie diversi pellegrinaggi a Roma, a San Michele sul Gargano, Santiago di Compostela, Gerusalemme. Fu grazia alla madre che la giovane nobildonna intensificò il suo rapporto con il Signore e la religione.
E fu sempre Chiara, come riporta Tommaso da Celano, che contattò Francesco, accompagnata da un’altra giovane, sua amica, Bona di Guelfuccio.
L’incontro nella Domenica delle Palme
E’ il 18 marzo 1212, notte della Domenica delle Palme. La fanciulla, 19enne, lascia di nascosto la sua casa per raggiungere la Porziuncola perché desidera abbracciare il progetto di Francesco. Il frate cerca di dissuaderla, perchè non contempla la partecipazione delle donne, troppo delicate per i sacrifici richiesti. Ma Chiara è testarda, insiste, lo vuole fermamente. A lei non interessa una vita agiata e nobiliare.. La gioventù educata abituata a competere, a primeggiare, sposa la povertà.
Un gesto senza precedenti
Alla fine è Francesco a cedere. L’immagine del frate di Assisi, che taglia i capelli di Chiara evoca una cesura, un sacrificio. È un gesto socioreligioso senza precedenti: erano i vescovi a consacrare le fanciulle, e Francesco non è un sacerdote.
Ma tuttavia esso esprime un segno di conversione, un’inequivocabile scelta di campo, più che un vero e proprio atto di consacrazione.
Il monastero
Francesco fa condurre la fanciulla al monastero benedettino di San Paolo delle Abbadesse. Sono periodi duri per Chiara, poiché la famiglia esprime tutta la sua contrarietà per la scelta fatta.
Dal monastero benedettino di Assisi si sposterà ai piedi del monte Subasio, ospite della comunità di Sant’Angelo in Panzo. La tappa definitiva è nei luoghi di Francesco, accanto alla chiesa di San Damiano.
Il testamento
Nel suo Testamento Chiara ricorderà che, ricostruendo i muri di San Damiano, aveva profetizzato il loro incontro, quando, senza ancora fratelli, disse a dei poveri che stavano lì vicino, in lingua francese, di aiutarlo, perché lì vi sarebbero state anche delle donne.
A San Damiano le sorelle di Chiara si moltiplicarono. Giungeranno la sorella Beatrice e, dopo la morte del marito, la madre Ortolana. E ancora donne di Perugia, dove aveva trovato riparo la famiglia di Chiara tempo prima, e altre donne ancora: sono le «Povere Dame recluse di San Damiano».
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