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La casa dove nacque San Francesco e i luoghi della sua infanzia

Tutti abbiamo un’origine, un luogo, uno spazio che ci contraddistingue dagli altri. Uno spazio limitato che nutre la nostra persona e ci identifica, per sempre. È curioso addentrarsi nelle viuzze dell’Assisi di oggi - assai lontana da quella originaria in cui nacque Francesco di Bernardone - e trovarsi, a un certo punto, davanti la casa del “poverello di Assisi”. Le mura della sua casa natale sembrano ancora riecheggiare di quel “Francesco!” gridato da Donna Pica o da Pietro di Bernardone. Mura che, oggi, ci parlano con tutta la loro storia: una storia “piccola” di un uomo “piccolo” destinato a divenire “un nuovo sole”, per citare il canto undicesimo del Paradiso di Dante.

È così naturale, guardando a quei mattoni, pensare al giovane Francesco intento in qualche suo puerile gioco da cavaliere, magari alle prese con qualche cavallo di legno, in attesa di cavalcarne uno in carne ed ossa. Allo stesso tempo è così naturale pensare al giovane Francesco indossare proprio in quegli spazi vistose vesti, e magari pavoneggiarsi davanti ai propri amici. Un luogo, insomma, dove “qualcuno” è vissuto davvero ci parla ancora della sua vita, delle sue passioni, dei suoi sogni. Noi, spettatori del presente, assistiamo - quasi per magia - alla vita quotidiana di quel “qualcuno”: nella nostra memoria d’immaginazione tutte le parole dei biografi ufficiali (Tommaso da Celano e San Bonaventura) prendono corpo, immagini, suoni e sentimenti.

Le loro parole - sulla vita giovanile di Francesco - hanno creato inevitabilmente il “personaggio Francesco”. Un personaggio che - badiamo bene - è soprattutto “persona”: per questo motivo, il luogo in cui nasce Francesco non è poi così poco importante come potrebbe sembrare. Infatti, non potremmo bene comprendere il “cambiamento” - o meglio, la conversione - radicale nella sua vita se non facessimo riferimento al luogo natale. Questo ci fa capire meglio il “dopo” conversione: quando Francesco lascia la propria abitazione per vivere in comunità o, ad esempio, nei luoghi eremiti come, appunto, il famigerato Eremo delle carceri. Anche in questo caso, si può parlare di spogliazione. Nessuna casa paterna potrà più contenere lo spirito di Francesco, ormai troppo libero per essere contenuto in quattro mura.

Cerchiamo, ora, di approfondire storicamente questo luogo così importante. Nel 1974, Cesare Cenci scovò negli archivi di Assisi un documento del 24 giugno 1309, nel quale si nominava la casa dove nacque il beato Francesco. Si legge nel documento: “in domo ubi ortus fuit b. Franciscus”. Questa dimora era posta accanto al cosiddetto “macello comunis”. In età medievale il mercato delle carni si teneva ad Assisi nei locali a pianterreno sul lato meridionale del Palazzo del Popolo, oggi sede di uffici comunali. In questa area, oggi, sorgono due luoghi che si identificano nello stesso edificio: diciamo pure che è un po’ complicata la situazione.

Il primo luogo è la Chiesa Nuova, che occupa gran parte della piazza retrostante il Palazzo del Popolo. La chiesa fu costruita nel XVII secolo al posto delle case che Giovanni Battista Bini aveva venduto ai frati dell'Osservanza come casa paterna di San Francesco. L'altro edificio è posto in fondo al vicolo che costeggia il fianco della Chiesa Nuova. La via termina con un imponente fabbricato che ha la sua facciata su corso Mazzini, l'antico decumano. Una lapide moderna chiama lo slargo in fondo al vicolo “Plateola Sancti Francisci parvuli”. Lì accanto c'è un arco gotico aperto in rottura sul muro romanico, per dove si entra in una minuscola cappella, affrescata - una volta - con dipinti risalenti ai secoli XIII-XIV. La leggenda narra come questa fosse in origine una stalla domestica: questa stalla - sempre la leggenda ci narra - fu il luogo dove Donna Pica diede alla luce Francesco.

È assai evidente che la leggenda vuole tracciare la vita di Francesco come “nuovo Cristo”: quindi non possiamo conoscere con assoluta precisione il luogo. Se entriamo, invece, nella Chiesa Nuova troveremo qualche dato architettonico più certo. È affascinante come veniamo catapultati da una chiesa ad una abitazione. Infatti, la Chiesa - eretta nel 1600 - sorge sull’abitazione di Francesco. All’interno del convento della chiesa sono visibili ancora dei vani dell’antica dimora, come il “sottoscala” dove il giovane Francesco venne rinchiuso dal padre, per dissuaderlo della scelta di “sposare donna Povertà”.

Se scendiamo nella chiesa, troveremo addirittura l’ingresso principale e le altre tradizionali porte della casa assisana, quella degli ospiti e quella che immetteva al piano superiore. Infatti, la casa era a tre piani: al primo piano si trovava il negozio di stoffe del ricco Pietro di Bernardone, il padre di Francesco; al secondo - ora scomparso - le camere da letto; il terzo piano era adibito per gli ospiti. Oggi, possiamo vedere per poco di tutto ciò perché la costruzione della chiesa ha radicalmente cambiato l’assetto del luogo, ma possiamo immaginarlo.

Come abbiamo compreso, alla fine, delineare con precisione la casa natale non è opera semplice. E forse non poteva che essere così, visto il personaggio di cui stiamo parlando: cercare “quattro mura” per un’anima libera come quella di Francesco è arduo. Infatti, è bene ricordare la sua pellegrinatio post convertionem: le terre dell’Umbria; del Lazio; i diversi conventi visitati e tanti altri luoghi della vita di San Francesco. Ormai, dopo la spogliazione, per lui non è possibile parlare di un luogo ben preciso, se non un uno: il cielo stellato. Quello stesso cielo a cui volgerà lo sguardo fino a divenire un tutt’uno con esso.

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