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La fama di santità di un frate francescano allettato: il caso di Padre Girolamo

Amico di San Massimiliano Kolbe, la malattia ne ha piegato il fisico ma non l’animo

La malattia ha piegato il fisico ma non l’animo di un frate francescano che oggi è Servo di Dio. E’ Padre Girolamo Maria Basi (1897-1929), e ha trascorso una parte della sua breve vita a letto, bloccato da grave malattia, la tubercolosi, e le sue conseguenze. Che lo hanno minato giorno dopo giorno e a cui ha risposto facendo impressionare tutti quelli che lo incontravano.

ECCO COSA DICEVA DELLA MADONNA
Padre Girolamo, morto in fama di santità, era mosso da un fuoco interiore che proveniva, in primo luogo dalla Madonna. «Se io sarò vero devoto di Maria, certamente giungerò alla santità, perché Ella mi otterrà tutte le virtù, potendo e volendo aiutarmi». Così si espresse il giovane fra Girolamo Maria Biasi nel 1915, al termine degli esercizi spirituali in preparazione alla professione religiosa. Parole profetiche, pensando alla malattia che lo colpì negli anni seguenti.

IL TRASFERIMENTO A CAMPOSAMPIERO
Padre Girolamo Maria Biasi nacque a Sfruz (TN) il 7 dicembre 1897. Battezzato il giorno seguente, solennità dell’Immacolata, nella chiesa parrocchiale di sant’Agata con il nome di Arcangelo, crebbe in una famiglia numerosa, terzogenito dei nove figli di Giovanni e Rosa Fedrizzi.

Nel settembre 1909 entrò nel collegio dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali a Camposampiero (Padova), lasciando il suo paese natale dal quale sarebbero venute all’Ordine non poche vocazioni. Negli anni 1909-1914 compì gli studi ginnasiali, al termine di quali fu ammesso alla vestizione religiosa.

LA CONOSCENZA DI PADRE KOLBE
Preso il nome di fra Girolamo Maria, iniziò, il 4 ottobre 1914, l’anno di noviziato, durante il quale il Servo di Dio si distinse per la sua esemplare condotta religiosa. L’anno seguente emise la professione semplice. Ricevuta quindi la tonsura e i quattro ordini minori, gli venne dato l’incarico di assistente dei ragazzi aspiranti alla vita religiosa (1915-1916), prodigandosi in particolar modo verso due di essi, affetti da tubercolosi.

Per varie difficoltà ambientali, assieme ad altri giovani frati, venne inviato nel Collegio Internazionale di S. Bonaventura a Roma per proseguire gli studi liceali presso il Pontificio Seminario Maggiore di S. Giovanni in Laterano (1916-1918). A Roma il Servo di Dio conobbe S. Massimiliano Kolbe, e assieme a lui e ad altri confratelli fu tra i cofondatori della Milizia dell’Immacolata, il 16 ottobre 1917.

I PRIMI SINTOMI
Terminato il corso liceale, fra Girolamo si iscrisse alla Pontificia Università Gregoriana, come uditore. L’8 dicembre 1918 emise la professione solenne. I primi sintomi della grave malattia, la tubercolosi, che lo condusse a prematura morte, si manifestarono all’inizio del 1919 e al termine dell’anno dovette far ritorno alla sua Provincia religiosa, abbandonando definitivamente la città eterna.

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LA PRIMA MESSA
Iniziò così il suo doloroso pellegrinaggio da un ospedale all’altro, con brevi permanenze in vari conventi, nel vano tentativo di arginare una malattia che, invece, si aggravò progressivamente. La Provvidenza dispose che, durante una breve tregua del male, il Servo di Dio portasse a compimento, in forma privata, gli studi richiesti, che gli permisero di ricevere l’ordinazione sacerdotale il 16 luglio 1922 nella chiesa parrocchiale del Carmine, a Padova. Celebrò la prima Messa solenne il successivo 20 agosto, nel suo paese natale.

SANTITA’ E INATTIVITA’
Il messaggio che ci trasmette il Servo di Dio Girolamo Maria, umile figlio di S. Francesco d’Assisi, è che la santità è possibile nell’apparente inattività e la malattia non ne è un impedimento, anzi è la circostanza del tutto straordinaria in cui risplende ancora di più l’eroicità di ognuna delle virtù esercitate.

Il sacerdote Girolamo Maria Biasi, soprattutto attraverso l’Eucaristia, unì la sua passione a quella di Cristo, offrendo una testimonianza di pazienza e costanza, di perfetta letizia francescana, di fedeltà alla vita consacrata in mezzo alle avversità.

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IL VIAGGIO A LOURDES
Nel 1928 andò a Lourdes, e ritornò infiammato ancora di più di amore alla volontà di Dio. Anche la febbre, la tosse, la debolezza, l'oppressione benedicano il Signore. A Camposampiero malati, suore, dottori rimasero santamente. impressionati dalla sua inalterabile pazienza, dalla pienissima conformità ai divini voleri, dalla sua calma serena, dal suo perenne sorriso e da quella squisita delicatezza, rara nei malati, per il grande riguardo che usava verso i visitatori

LA SALMA
Il Servo di Dio morì il 20 giugno 1929, all’età di 31 anni, e fu sepolto nel cimitero comunale di Camposampiero. Successivamente, nel 1987, in ragione del suo vincolo con S. Massimiliano Kolbe, canonizzato nel 1982, le spoglie mortali furono trasferite nella chiesa dei Santuari Antoniani di Camposampiero. Nel 2016, dopo 17 anni dall’apertura del processo di canonizzazione, Padre Girolamo è stato dichiarato Servo di Dio e oggi “corre” verso gli altari.

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