La fecondità di Francesco si misura anche dai tantissimi santi francescani che a lui sono seguiti
“La nostra radice è Francesco, che ha fondato la sua vita nel cuore del Signore per ricomporci in unità.
“La fecondità di Francesco, che ha dato tutto se stesso, si misura anche dai tantissimi santi francescani che a lui sono seguiti. La santità in questi secoli è fiorita immensamente nell’Ordine e ancora continua a produrre molto frutto”. Lo ha affermato ieri sera padre Giuseppe Renda, custode della Porziuncola di Assisi, nel corso dei Vespri celebrati dai frati minori che sono alla Porziuncola e i minori conventuali che sono al Sacro Convento, alla vigilia della festa di Tutti i santi dell’Ordine serafico. Insieme hanno rinnovato la professione della regola “bollata”, che risale a Francesco d’Assisi. “La nostra radice è Francesco, che ha fondato la sua vita nel cuore del Signore per ricomporci in unità. Lì è la nostra origine, nell’unico progetto che Dio ha sull’Ordine nato da Francesco”, ha osservato p. Renda, evidenziando che “quella ascoltata è una chiamata per ciascuno alla santità, che si consegue attraverso la sequela profonda e vera che ci fa assomigliare a Gesù, che si fonda sulla donazione concreta, quotidiana e costante al Signore, che ci lega a Lui con tutto il nostro essere, corpo anima e spirito come Francesco ha voluto attraverso l’obbedienza, la povertà e la castità”. “Chi vuol essere santo come il Signore è santo – ha aggiunto – deve percorrere la stessa strada, per cui la santità passa inevitabilmente per la croce di Cristo. Un modo per verificare la strada che stiamo percorrendo è guardare ai frutti, di cui uno è la pace interiore che niente può scalfire”. Il custode ha poi concluso chiedendo al Signore che “ci aiuti a rivedere la nostra storia personale e comunitaria. Chiediamo allo Spirito Santo di poter fare un salto di qualità, profondo ed essenziale” perché tutti i frati possano essere fedeli alla propria missione.(p. Renda)
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