La novena francescana. Maranesi: lasciarsi condurre da Dio
Aspettando il 4 ottobre, il pensiero di fra Pietro Maranesi sulla grande lezione di Francesco
Il 4 ottobre, la Festa del Santo Patrono d'Italia, si avvicina ed oggi, lunedì 30 settembre, è il settimo giorno della Novena Francescana. Per ogni giorno pubblicheremo un pensiero di vita ispirato dagli insegnamenti e dagli esempi di San Francesco, che ancora oggi è attualissimo Maestro.
La celebrazione di oggi lunedì 30 Settembre prevede:
Messa sul tema: "La minorità come stile del dialogo"
Alle 17.45 Basilica inferiore
Ci sarà il pellegrinaggio delle Parrocchie del Vicariato di Nocera Umbra
Presiede DON FERDINANDO CETORELLI, vicario foraneo
Abbiamo chiesto un pensiero sul Santo di Assisi ad uno dei massimi esperti di francescanesimo, fra Pietro Maranesi:
L’incontro con Francesco per me è stato mediato da un racconto che lui stesso fa alla fine della sua vita. Ed è sorprendente che metta all’inizio della sua vicenda un evento che cambierà completamente il suo modo di sentire il sapore, le prospettive e quindi le scelte che farà nel mondo.
Lui pone l’incontro con i lebbrosi, coloro che “mi facevano amarezza ogni volta che li incontravo”: “Il Signore mi condusse tra loro” e io “feci misericordia”. Queste due frasi costituiscono il nucleo centrale di tutta la storia di Francesco.
Una storia condotta da Qualcuno e lui si lascia condurre. Una storia a cui dà una risposta personale legata alla misericordia: la parola evangelica per eccellenza.
La gratuità nei confronti dei miseri, dei poveri e l’essere accanto a loro senza pretendere nulla. Uno dei ritorni costanti dei suoi scritti è lo proprio lo sguardo evangelico sulla vita. Uno sguardo che lo fa essere uomo di misericordia perché ricevuta, perché condotto da Dio per amore, e che lo fa diventare l’uomo dei fratelli, degli altri, dei minori.
Questo sguardo rinnovato dà la gioia di una condivisione che non pretende nulla. Questa è la grande lezione che francesco mi e ci ha lasciato: il coraggio di lasciarsi condurre e, lì dove siamo condotti, regalare la parte più importante di noi, il cuore, a coloro che ci sono accanto.
Se noi dessimo reciprocamente questo sguardo di gratuità misericordiosa, il luogo dove vivremmo sarebbe il Paradiso. Sarebbe il luogo di un uomo evangelico in grado di accogliere le diversità senza pretendere nulla, e dunque senza mai fare la guerra contro l’altro.
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